5 Ottobre 2010
Con la vendita diretta contrastiamo Gdo e crisi economica

Finalmente le aziende agricole potranno proporre ai consumatori pane, panini, cialde, rustici, pizzette ed altre specialità salate. La nuova opportunità è contenuta in un recente decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 10 settembre scorso. Accanto all’agricoltore dedito alla vendita diretta dei più tradizionali prodotti agroalimentari, dunque, si aggiunge la figura dell’agricoltore-panettiere. Si tratta di un’innovazione importante che, completando il processo di liberalizzazione dell’attività di panificazione che dal 2006 non necessita di specifica autorizzazione, incentiva la possibilità in Italia di portare in tavola pane o pizze fragranti di qualità garantita dal campo alla tavola, con la certezza di assicurarsi un prodotto veramente made in Italy, in un mercato dove la metà del pane in vendita è ottenuto con farina importata senza alcuna indicazione per i consumatori. Un’opportunità, in particolare, per le imprese agricole impegnate nella coltivazione del grano, soprattutto se coinvolte nell’attività agrituristica e di vendita diretta, che possono così trovare un’importante occasione di integrazione del proprio reddito. Non si tratta di manna che arriva dal cielo, ma di una nuova frontiera frutto del forte impegno di Coldiretti nella valorizzazione del lavoro delle aziende agricole e della Filiera agricola tutta italiana, simbolo primo dell’italianità e delle eccellenze che contraddistinguono il nostro Paese nel mondo. Oltre ai prodotti freschi di panetteria, tra le nuove tipologie di prodotti tassati in base al sistema del reddito agrario il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze ricomprende la produzione di farina o sfarinati di legumi da granella secchi, di radici o tuberi o di frutta in guscio commestibili, la produzione di grappa, la produzione di malto e la produzione di birra che sono considerate attività agricole a tutti gli effetti. La produzione e vendita diretta del pane rappresenta una straordinaria opportunità di ampliamento dell’attività delle aziende agricole, ma anche la chiave per consentire ai cittadini consumatori di riscoprire i sapori veri dei prodotti della terra. Come avvenuto per frutta ed ortaggi, ma anche per il latte ed i suoi derivati, il vino e tanti altri prodotti, gli agricoltori sapranno far toccare con mano ciò che producono risvegliando nei consumatori delle nuove sensazioni, purtroppo sopite dall’uniformità dei gusti dei prodotti commercializzati dalla grande distribuzione organizzata. Si tratta anche di un contributo a far tornare il pane sulle tavole, dopo che nel primo semestre del 2010 il consumo è calato facendo registrare una riduzione del 2,4 per cento negli acquisti familiari, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea - Ac Nielsen. Nonostante il progressivo calo dei consumi che ha già portato a ridurre quasi di un terzo gli acquisti familiari degli italiani rispetto al 2000, sono oltre 17milioni gli italiani che vanno “pazzi” per il pane e lo portano in tavola sempre, sette giorni su sette a pranzo ed a cena, mentre sono solo 930mila coloro che non lo mangiano mai, secondo il rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani.

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