20 Maggio 2011
In arrivo una soluzione sulla questione Nitrati

Il cinque maggio scorso la conferenza Stato-Regioni ha approvato un atteso schema di accordo che alleggerirà in modo sostanziale l’annosa questione Nitrati, che si trascina dagli anni ’90. L’asse formato dalle Regioni del Nord fa rete ed impone al Governo di attivarsi per rivedere l’applicazione della Direttiva nitrati a livello europeo. Si è trattato di una lunga trattativa diplomatica condotta dall’assessore regionale all’Agricoltura Franco Manzato, anticipata dall’intervento del Governatore Luca Zaia e sostenuta dal presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, trattativa che ha prodotto un accordo di programma per la richiesta di revisione delle zone vulnerabili ai Nitrati, tramite l’avvio di studi comparati tra i vari settori economici e civili. Ricordiamo che l’attuale normativa impone gravosi oneri amministrativi e gestionali alle aziende agricole zootecniche e necessita di adeguamenti in relazione ai cambiamenti intervenuti nel tempo, anche al fine di determinare un’equilibrata distribuzione delle responsabilità tra le diverse possibili fonti di inquinamento da nitrati. L’inquinamento da nitrati delle falde acquifere rappresenta una problematica reale che non va sottovalutata, ma nemmeno accollata unicamente alle aziende agricole della Pianura Padana. Coldiretti attende con fiducia che la strada intrapresa porti allo stralcio delle Zone Vulnerabili aumentando pertanto le quantità di reflui spandibili, risultato possibile attraverso un percorso concreto e scientificamente supportato finalizzato ad individuare le vere fonti di inquinamento della falda considerando finalmente anche l’apporto degli scarichi inquinanti attribuibili ai diversi settori civili e produttivi. Condivisibile il commento entusiasta del presidente regionale Coldiretti, Giorgio Piazza: “un vero lavoro di squadra, che ha cucito un’intesa tra assessori per difendere gli allevamenti dall’ingiusta accusa di essere gli unici responsabili dell’inquinamento delle acque da azoto, ma anche un atto dovuto che piegherà la politica europea”. Si tratta di una posizione chiara, dunque, che attraverso un’indagine finalizzata all’aggiornamento della delimitazione territoriale sottoposta a vincolo e ad una revisione più complessiva del tema, permetterà in futuro una maggiore possibilità di spargimento delle deiezioni in campo per le aziende zootecniche. Abbiamo aggiunto un’altra pagina alla storia di questo regolamento comunitario, che dal 1994 fa discutere istituzioni, forze sociali ed un intero settore che, nonostante i limiti imposti, ha saputo reagire. Tra gli altri impegni, l’importante accordo prevede l’individuazione degli strumenti finanziari necessari ai fini del concorso integrale agli investimenti aziendali diretti all’adeguamento infrastrutturale di stoccaggio degli effluenti e, infine, lo sviluppo di specifiche misure per la valorizzazione della sostanza organica, adottando procedure agevolate di recupero, nonché per il contrasto alla desertificazione. I rilevamenti curati da Coldiretti, comunque ci confortano, confermando una gestione attenta da parte degli allevatori, nonostante molte siano ancora le criticità da affrontare, come ad esempio, definire quanto maggiormente incida la presenza di depuratori civili o di reflui da insediamenti industriali. L’Italia, attraverso il ministro dell’Ambiente, dovrà condurre ora la partita a Bruxelles con decisione, al fine di ripartire equamente le responsabilità, restituendo alle imprese agricole il giusto riconoscimento del loro impegno per la tutela del territorio e la garanzia della sicurezza alimentare”.

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