Gli italiani non si fidano della marca: chiedono cibi garantiti e tracciabili. La recente ricerca Nielsen “Italiani e qualità alimentare” rileva che per i consumatori la qualità del cibo è un fattore chiave per il livello complessivo della qualità della vita. Richieste maggiore trasparenza ed attenzione alla veridicità della comunicazione. Sembra che Coldiretti, anche in questo caso, sia riuscita a vedere lontano, anticipando ciò che i cittadini cercano, garantendo prodotti freschi, di cui si conosce chiaramente la provenienza, in quanto acquistati da chi li produce, ed al giusto prezzo. I dati dell’indagine non stupiscono: la qualità del cibo è al terzo posto fra i fattori che incidono sulla qualità della vita e rispetto al cibo, la qualità è preferita al gusto da più di tre italiani su quattro. La qualità è generalmente associata alla genuinità di un prodotto (64%) a scapito del parametro “costoso”, che occupa gli ultimi posti (3%). Il 70% degli intervistati pensa che, per aumentare la credibilità dei messaggi delle aziende alimentari, sia necessaria una nuova tipologia di certificazione che riguardi non solo il prodotto, ma anche la veridicità della comunicazione. Ed anche in questo caso Coldiretti, attraverso Campagna Amica, è riuscita a diffondere un messaggio educativo efficace, che ha coinvolto gli imprenditori e rende protagonisti i cittadini consumatori attraverso una scelta consapevole di ciò che acquistano. Bando alle illusioni ed alle campagne pubblicitarie psicologicamente studiate, per lasciare spazio soltanto al gusto del cibo, che non ha bisogno di stratagemmi per essere riconosciuto buono o meno. Sorprende che la popolazione del Paese riconosciuto in tutto il mondo come patria dell’ottima tavola dal gusto ricco, posta di fronte alla scelta fra il gusto o la qualità, dichiara preferire quest’ultima nel 78% dei casi. Nel 65% dei casi la qualità è associata al termine “genuinità”, seguito da “sicurezza”, “controllo”, “garanzia” e “italiano” fra il 40% e il 65% dei casi. Gli italiani non attribuiscono più al prezzo di un prodotto il ruolo di determinante della sua qualità, ma si affidano all’indicazione dell’italianità, della tracciabilità degli ingredienti e, quindi, della loro sicurezza: indicazioni che ne garantiscono l’identità. Tuttavia, sappiamo bene che i prodotti della nostra terra sono capaci di distinguersi per i profumi ed i sapori unici. Evidentemente l’indagine voleva porre l’accento sul fatto che il cittadino non bada più alla marca, al nome scritto in etichetta, ma pone sempre più attenzione alle caratteristiche reali del prodotto, all’etichettatura tecnica. Ed il nostro marchio è il made in Italy: solo in questo crediamo e con tutta la nostra forza intendiamo difenderlo, incentivando e salvaguardando le produzioni locali, per dare un futuro all’economia dei territori e ripartire dalla base, unico volano possibile per realizzare qualunque grande ed ambizioso progetto. Non posso non ricordare la grande opportunità recentemente introdotta per consentire alle aziende agricole di diventare Punto di Campagna Amica e conferire così i propri prodotti alle Botteghe, acquisendo una nuova modalità per accrescere il proprio reddito e farsi conoscere. E per diffondere la credibilità del made in Italy anche Vicenza ha partecipato, dal 27 al 30 settembre, al Circo Massimo, in occasione dell’evento Cibi d’Italia, con numerosi produttori locali che hanno portato a Roma le eccellenze del territorio berico con le sue tradizioni e la qualità del suo lavoro.
9 Ottobre 2012
Il cibo lo vogliamo di marca: made in Italy