Dopo tre anni di confronto serrato, finalmente è stato raggiunto un accordo tra Coldiretti e Regione Veneto sull’ammontare degli indennizzi per la realizzazione del Bacino di Invaso di Caldogno. Per capire la portata della questione occorre tornare indietro al 2005-2006, quando con il progetto sottoposto alla procedura di Valutazione di impatto ambientale per i tre Bacini previsti allora nella provincia di Vicenza (Caldogno, Sovizzo e Vicenza-Monteviale) non veniva previsto alcun indennizzo per i proprietari dei terreni ricompresi all’interno dei bacini, ma solo l’esproprio per le porzioni di sedime delle arginature e delle opere correlate. Coldiretti prese posizione ribadendo un concetto molto semplice e cioè che il ricomprendere un terreno all’interno di un bacino, è motivo di forte svalutazione del terreno medesimo e che per questo si deve indennizzare il proprietario, che non può più ottenere le stesse produzioni, sia in termini qualitativi che in termini quantitativi. Con osservazioni al progetto e l’utilizzo dei canali istituzionali, Coldiretti fece transitare questo concetto in modo deciso e reiterato. La Regione con la L. R. n. 20 del 16 agosto 2007 ha dato riscontro a questo principio istituzionalizzando quella che in gergo viene definita “Servitù di Allagamento”. Nella sostanza la Regione con tale normativa riconosce che i terreni ricompresi all’interno di un bacino subiscono un danno e, quindi, deve essere indennizzato il proprietario degli stessi. Con la medesima norma la Regione fissa un tetto massimo di tale indennizzo (2/3 dell’indennità di esproprio) e rimanda ad una successiva delibera di Giunta la definizione dei criteri per il calcolo dell’indennizzo. Il bacino di Caldogno, in quanto antesignano dei futuri bacini, ha costituito il tavolo di confronto tra Regione e Coldiretti, confronto durato oltre tre anni (2010-2013) e che finalmente è giunto a conclusione. Senza entrare nel dettaglio della questione, che richiederebbe spiegazioni troppo lunghe e articolate, è importante sottolineare che ai proprietari di terreni gravati dalla servitù di allagamento, ossia a coloro che rimangono proprietari di terreni ricompresi dentro il bacino, spetta un - Indennizzo che comprende:
- La svalutazione del terreno;
- La riduzione della produttività;
- I costi diretti ed indiretti di rimessa a coltura dopo - Ilavori di realizzazione del Bacino;
- Il fermo coltivazione di due anni per i lavori del Bacino;
- il valore del terreno che viene asportato.
Considerando l’insieme dei terreni interessati dai lavori, chi è assoggettato alla servitù di allagamento avrà un indennizzo medio di 70.000 euro/ha, mentre chi sarà espropriato (argini ed altre opere correlate) se è un coltivatore diretto, avrà mediamente un indennizzo di 140.000 euro/ha. Preme sottolineare come l’indennizzo per la servitù di allagamento inizialmente proposto si attestasse intorno ai 18.000 euro/ha, ossia un quarto di quello che oggi sta alla base dell’accordo. È altrettanto importante sottolineare che Coldiretti ha concordato con la Regione che sia l’ente pubblico a farsi carico, ogni qualvolta il bacino verrà allagato, della pulizia dei fondi dai residui lasciati dall’ondata di piena. Si sottolinea che l’accordo raggiunto non è vincolante per i proprietari interessati, ma costituisce un valido riferimento per la determinazione di un equo indennizzo se correlato al danno subito. Lunedì 18 febbraio 2013 il presidente provinciale Coldiretti, Martino Cerantola, assieme al Direttore, ai funzionari dell’Ufficio Territorio e Ambiente ed ai Segretari di Zona, ha effettuato un sopralluogo nei fondi che rientrano nell’area del futuro Bacino di Invaso di Caldogno. Ad accompagnare la delegazione della Coldiretti i soci interessati, proprietari di aree che rientrano nel Bacino. Dopo il sopralluogo si è svolta una riunione nella quale gli associati sono stati informati dei risultati ottenuti in termini di indennizzo, sia per l’asservimento che per l’esproprio.
28 Febbraio 2013
Bacino di Caldogno: accordo sugli indennizzi