17 Ottobre 2016
Continuiamo a sostenere uniti Coldiretti contro la mafia che attacca il made in Italy

Associazione per delinquere di stampo mafioso e camorristico, concorso in associazione mafiosa, truffa, estorsione, porto illegale di armi da fuoco, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, contraffazione di marchi, illecita concorrenza con minaccia o violenza e trasferimento fraudolento di valori sono le tipologie di reati riscontrate con più frequenza da parte delle organizzazioni criminali operanti nel settore agroalimentare, con il business delle Agromafie che ha superato i 16 miliardi di euro nel 2015. È bene ricordare ancora una volta quale business si cela dietro ai nostri prodotti agroalimentari. E Coldiretti l’ha capito da tempo, al punto che, attraverso Eurispes, elabora ogni anno il Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia. Per raggiungere l’obiettivo malavitoso i clan ricorrono a tutte le tipologie di reato tradizionali: usura, racket estorsivo e abusivismo edilizio, ma anche a furti di attrezzature e mezzi agricoli, abigeato, macellazioni clandestine o danneggiamento delle colture con il taglio di intere piantagioni. Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione impongono la vendita di determinate marche e determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio made in Italy. La costante osservazione critica di tutto ciò che accade nel mondo della produzione e della distribuzione del cibo e le puntuali denunce delle situazioni di irregolarità potrebbero trasmettere l’idea che l’Italia sia irrimediabilmente la culla della corruzione e delle mafie. Al contrario, le denunce del Rapporto Agromafie mettono in risalto come nel nostro Paese questo genere di notizie vengano alla luce poiché esiste un controllo severissimo, da parte di diversi comparti specializzati delle forze dell'ordine, come la Guardia Forestale, il comando Carabinieri per la tutela della salute, la Guardia di Finanza, l'Ispettorato per la repressione frodi del ministero delle Politiche agricole. Circostanza che non si riscontra negli altri Paesi, neppure in quelli dell’Unione europea. Dall’estero arrivano poche notizie di irregolarità dal momento che i controlli sono molto blandi. Continuiamo a sostenere, uniti, quindi, il lavoro di Coldiretti.

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