Sono trascorsi parecchi anni ed alcune generazioni, perché oggi la vita ed i cambiamenti scorrono sempre più veloci, ma di certo posso dire di andare fiero del mio lavoro, di ciò che mi è stato insegnato e che sto tramandando ai miei figli. Quando ero piccolo ed alle scuole elementari gli insegnanti chiedevano a tutti i bambini che lavoro facessero i loro genitori, quando arrivava il mio turno, quasi a denti stretti, dicevo che lavoravano in campagna. Difficile spiegare, oggi, il perché di quella repulsione comune per il lavoro agricolo. Di certo, però, il cambiamento culturale innescato grazie a Coldiretti, questa situazione si è completamente ribaltata. Oggi, infatti, lavorare in campagna è un vanto e ne vado orgoglioso, ma al tempo stesso noto con grande gioia che sono sempre più i giovani pronti a rimboccarsi le maniche ed a sporcarsi le scarpe per lavorare in stalla piuttosto che nei campi. Ho assistito nel tempo ad una crescita culturale sorprendente a favore del lavoro agricolo ed i giovani, una gran parte almeno, hanno colto le numerose opportunità che il settore primario ci offre, permettendoci di lavorare a contatto con la terra e di produrre vita. Certo, perché i prodotti del nostro territorio sono l’espressione essenziale dell’esistenza, ci permettono di sfamarci, ma al contempo ci garantiscono una crescita locale e nazionale che vede nel made in Italy un fiore all’occhiello dell’economia. Per questo oggi sono orgoglioso di essere un agricoltore, anche se al mattino la sveglia suona presto, spesso troppo presto e le giornate sembrano essere interminabili. La soddisfazione che questo lavoro restituisce, però, non ha prezzo. Solo noi agricoltori lo possiamo comprendere, possiamo apprezzare il valore di quello che facciamo. Ed a darcene conto sono soprattutto i consumatori, che quotidianamente andando alla ricerca dei nostri migliori prodotti, nei mercati di Campagna Amica o nei punti vendita aziendali, ci confermano che stiamo lavorando nella giusta direzione. Il recente incontro nazionale di Verona, svoltosi lo scorso 30 giugno, ha registrato uno straordinario successo, con duemila vicentini tra gli oltre diecimila agricoltori presenti al Cattolica Center. A vincere sono i numeri, ma soprattutto l’amore per il nostro territorio, per l’ambiente in cui viviamo e per le nostre produzioni, che vogliamo continuare a garantire, con la qualità che ci contraddistingue, per sempre nel tempo. E con questa stessa passione tramando il mio entusiasmo ai miei figli, che sono cresciuti con gli stessi miei valori e che, oggi, non si vergognano di dire “sono figlio di agricoltori”, ma ne vanno fieri e stanno pensando a cosa fare in futuro, fermo restando che l’azienda agricola sarà il punto di partenza di ogni loro progetto. Riempie di gioia questa prospettiva, perché se non impariamo a valorizzare i nostri ragazzi, per l’agricoltura italiana non ci sarà alcun futuro.
1 Agosto 2016
Sono un agricoltore e ne vado assolutamente fiero







