25 Giugno 2014
350 vicentini alla convention di Milano

Tutela del made in Italy, lotta alle coltivazioni Ogm per salvaguardare i consumatori, dura stretta contro chi sfrutta l’italian sounding per fare speculazione a scapito delle eccellenze agroalimentari dei nostri territori e, soprattutto, una protesta serrata alla burocrazia che impedisce alle imprese di crescere e lavorare. Sono soltanto alcuni dei punti toccati nell’incontro territoriale del Nord Italia da Coldiretti, svoltosi alla Fiera di Milano lo scorso 21 aprile, alla presenza di ben 3mila imprenditori agricoli del Veneto e circa 10mila dell’Italia Settentrionale, guidati dal presidente nazionale Roberto Moncalvo. Nel parterre con loro anche il Governatore veneto Luca Zaia, il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Clodovaldo Ruffato, gli assessori regionali Elena Donazzan, Marino Finozzi, Daniele Stival e Massimo Giorgetti, il consigliere Nicola Finco, il sottosegretario all'Ambiente Barbara Degani ed altri rappresentanti europei, provinciali e locali. Significativa la presenza del sindaco di Vicenza Achille Variati, unico sindaco di capoluogo del Veneto intervenuto alla manifestazione ed entusiasta dei temi trattati. “Chiediamo trasparenza, legalità, controlli serrati per tutelare le produzioni dalla contraffazione – commenta il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola – e lo facciamo forti dei nostri giovani, che scelgono di investire nel lavoro dei campi come sfida professionale. Siamo consapevoli del nostro ruolo ed abbiamo intrapreso percorsi virtuosi diventati veri e propri progetti come la filiera agricola italiana, i mercati agricoli per la vendita diretta e        l'apertura alla società civile attraverso la fornitura di servizi con fattorie didattiche, sociali ed il verde pubblico. Ci siamo dati da fare, nonostante un’Europa spesso complice dei grandi interessi". Dall’Unione Europea, infatti, è venuto negli anni un via libera ad allucinanti novità nel piatto, senza dimenticare le alchimie negli ingredienti che hanno snaturato anche gli alimenti più comuni. Si è verificato un appiattimento verso il basso delle normative per dare spazio a quei Paesi che non possono contare su una vera agricoltura e puntano su trucchi, espedienti ed artifici della trasformazione industriale per poter essere presenti sul mercato del cibo. Coldiretti chiede che l’Europa ponga fine al sostegno delle lobby dei grandi produttori, a favore di chi crede e lavora per valorizzare i cibi genuini, pensando al consumatore prima che al profitto. “Gli esempi da eliminare immediatamente dal mercato non mancano – conclude il presidente Martino Cerantola - dalla possibilità di incorporare la polvere di caseina e caseinati, al posto del latte, nei formaggi fusi, di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero nei Paesi del Nord Europa o di ottenerlo a partire da polveri miracolose contenute in wine-kit. E per la carne la possibilità di non indicare l’aggiunta d’acqua fino al 5 per cento o, per il cioccolato, l’imposizione all’Italia dell’Unione di aprire i propri mercati anche al cioccolato ottenuto con l’aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao”.

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