La produzione di energia a partire da fonti rinnovabili ed attraverso l’energia solare va indubbiamente incentivata, ma in una logica di rispetto delle materie prime, preziose anche per la vita dell’uomo e per il mantenimento stesso del nostro ecosistema. Dobbiamo ricordarci che siamo inseriti in un sistema produttivo che ci ha sempre portati a rispettare la terra, quale massima fonte del sostentamento delle nostre aziende agricole. È evidente, tuttavia, che ciò non deve impedirci la diversificazione delle attività che producono reddito, ma ogni progetto deve avvenire seguendo sempre i principi etici che stanno alla base di Coldiretti. Abbiamo accolto con gioia la recente disposizione regionale, ottenuta anche grazie alle nostre proposte, che mette un importante blocco alle speculazioni sui grandi impianti fotovoltaici, che sottraggono campi fertili facendo impennare i prezzi per l’acquisto e l’affitto dei terreni che, è bene ricordarlo, sono un fattore di produzione per le imprese agricole. Secondo Coldiretti, infatti, la produzione di energia rinnovabile rappresenta una necessità ambientale ed un’occasione di sviluppo imprenditoriale, anche per il settore agricolo che non può diffondersi se non nel rispetto della legalità e degli elementi identitari dei territori, che rappresentano le leve di suno sviluppo economico equilibrato e sostenibile. L’incremento della produzione di energia rinnovabile deve avvenire garantendo il minor consumo possibile di territorio ed il riutilizzo di aree già degradate da attività antropiche. Per quanto riguarda gli impianti destinati all’inserimento in aree agricole, occorre prevedere una vera e propria valutazione agronomica, oltre che territoriale, allo scopo di verificare la compatibilità con il sistema produttivo locale e di rispettare gli equilibri necessari al mantenimento nel tempo dell’attività agricola nella stessa area. Per quanto riguarda la produzione di energia da biomassa e da biogas è forte la speculazione che ne deriva sui cereali insilati per uso zootecnico, quindi occorre individuare criteri capaci di considerare le prestazioni ambientali degli impianti in un’ottica estesa di ciclo di vita, privilegiando, ad esempio, il concetto di filiera corta, di provenienza e di tracciabilità della materia prima in base ad accordi quadro; la produzione di biogas esclusivamente da reflui zootecnici; la cogenerazione da biomasse solide combustibili a piccola scala; le tecnologie complementari alla produzione energetica come, ad esempio, per quanto attiene alla produzione del biogas, l’abbattimento dei livelli di azoto nel digestato; i procedimenti efficienti e virtuosi, come l’uso a fini energetici dei sottoprodotti agricoli. Dobbiamo trarre spunto, dunque, dalle opportunità offerte dalle fonti rinnovabili per creare reddito e diversificare l’attività delle nostre aziende agricole, non perdendo mai di vista che l’attività che svolgiamo è anzitutto volta alla produzione ed alla vendita diretta di ciò che realizziamo a partire dal territorio. Ogni scelta diversa, dunque, deve essere ponderata e commisurata alle effettive esigenze e nel massimo rispetto del territorio in cui l’azienda insiste. Bene alla diversificazione, dunque, così come alla produzione di energia da fonti rinnovabili, ma con coscienza ed attenzione a non contribuire a meccanismi speculativi ed alla sottrazione di suolo fondamentale per le produzioni alimentari.