Dalle prime stime effettuate dai tecnici Coldiretti emerge un pesante danno a seguito delle importanti precipitazioni che hanno colpito anche la provincia berica. Ammontano ad almeno 600/700 mila euro, infatti, i danni rilevati a carico di strutture, abitazioni e colture. Le precipitazioni sono state maggiori rispetto al 2010, ma grazie al buon lavoro di Genio civile, Consorzi di bonifica, Protezione civile e Vigili del fuoco, unitamente agli interventi attuati nel territorio, si è vitato il peggio. Il Basso Vicentino è l’area più penalizzata, mentre la città ed i Comuni limitrofi sono stati colpiti in modo meno pesante, salvo il territorio del Lago di Fimon, dove ci sono stati allagamenti diffusi e frane. La macchina dei soccorsi ed il monitoraggio dei territori sono stati tempestivi, ma la quasi totalità dei campi è finita sott’acqua. Per quanto concerne le orticole il raccolto è definitivamente compromesso, mentre per i cereali (frumento ed orzo, in particolare) i produttori meno penalizzati perderanno un terzo del raccolto, per gli altri il danno sarà totale. La capacità di assorbimento del suolo nel Vicentino è sempre minore, per effetto della dilagante cementificazione. Coldiretti l’aveva reso noto lo scorso ottobre, commentando dati rilevati almeno due anni fa: gli ultimi due censimenti (2000 e 2010), infatti, fanno emergere il capoluogo berico ha perso ben 19.642 ettari, dei quali 3.313 a seminativi e 16.290 a prati permanenti e pascoli. Un danno per la comunità, non solo per l’agricoltura, corrispondente a due volte e mezza la superficie del Comune di Vicenza. A Montegalda, uno dei paesi più colpiti, sono stati utilizzati numerosi strumenti tra idrovore e pompe fornite da Comuni e Provincia per contenere gli allagamenti, che sono arrivati a ridosso delle abitazioni ed in alcuni casi hanno varcato le soglie. La macchina dei soccorsi ha agito efficacemente e con un buon lavoro di squadra per far fronte all’emergenza. Tuttavia, è evidente che occorre attuare interventi di consolidamento e pulizia indispensabili per la sopravvivenza dell’ambiente, delle colture e dell’uomo. Molti vigneti, che hanno subito dal 2010 ad oggi ripetuti allagamenti, non sono più produttivi, così come altre colture in campo. Quanto alle nutrie, indubbiamente concorrono a provocare danni, ma non sono essere le uniche responsabili dei dissesti. La nutria è un animale non autoctono, insidioso e che si riproduce molto velocemente, non esistendo predatori locali in grado di contrastarla. Le sue tane dal diametro di 20-30 cm, danneggiano dighe e sistemi di irrigazione. Fa irruzione in risaie ed altre colture. Occorre disporre un piano di abbattimento razionale e rispettoso della fauna e delle colture, anche ricorrendo all’ingabbiamento.
24 Febbraio 2014
Bilancio maltempo: danni a strutture, abitaz ioni e colture per almeno 600/700 mila euro