“Le risorse devono andare agli agricoltori professionali che lavorano e vivono di agricoltura”. Faccio mio questo accorato appello del presidente nazionale Coldiretti Sergio Marini, che non si può non condividere, tanto più in questi giorni, in cui si è insediato il ministro dell’Agricoltura, Mario Catania, componente di un governo tecnico, con una grande esperienza nelle stanze del Ministero. È evidente che dal nuovo capo del Dicastero auspichiamo sensibilità ed attenzione per il mondo agricolo, così come la capacità di far valere le istanze dei territori italiani a Bruxelles. La strada è in salita, ma pensiamo che il nostro Paese possa e voglia risolvere i gravosi problemi che, qualora non affrontati, rischierebbero di mettere in ginocchio l’intero settore primario, quindi l’economia nazionale. Sarà fondamentale aumentare il peso decisionale dell'Italia, in quanto contribuente netto su tutte le politiche comunitarie, a quella ridistribuzione dei fondi del primo pilastro con criteri oggettivi, che tengano conto di tutti i parametri fondamentali per raggiungere un risultato di equilibrio e sostanza. La nuova Pac, passando per la valorizzazione dell’enogastronomia locale, metterà a segno un duplice obiettivo strategico: l’aumento di redditività delle aziende agricole e la riqualificazione dei territori sotto tutti i punti di vista, dall’economia al turismo. Certamente non sarà ammissibile che vengano premiati gli agricoltori che hanno ricevuto maggiori aiuti, andando a preferire, quindi, le rendite e le dimensioni aziendali, anziché il lavoro e gli investimenti. “Non possiamo permetterci – come ha osservato il presidente Sergio Marini al Forum internazionale di Cernobbio – di continuare a pagare il prezzo della storica assenza dell’Italia nelle sedi comunitarie nei momenti in cui si prendono le decisioni importanti. In Europa si è abituati a decidere con largo anticipo e non come da noi, dove affrontiamo i problemi giorno per giorno, dopo che si sono verificati”. Dobbiamo ricordare, infatti, che in gioco ci sono circa 6miliardi di fondi comunitari all’anno per i prossimi sette anni ma, soprattutto, in futuro di oltre 17milioni di ettari di terreno coltivato dal quale nascono produzioni da primato che danno prestigio e competitività al made in Italy nel mondo. Per far sì che venga approvata una Pac ragionevole e giusta è indispensabile che cambi la definizione di agricoltore attivo, non essendo ammissibile che venga punito chi vive di sola agricoltura, avendo invece il merito di preservare il territorio, di valorizzarne i prodotti e di salvaguardare l’economia di territori spesso scarsamente interessanti per altre attività e mantenuti vitali soltanto dal mondo agricolo, con innumerevoli sforzi e sacrifici economici. Coldiretti dovrà fare pressing costante al mondo politico, ma resta il fatto che anche la nostra categoria dovrà adeguatamente riflettere sulla necessità stringente di rivedere il modo di intendere il lavoro agricolo, che non può più essere fatto soltanto del lavoro della terra e della vendita all’ingrosso dei propri prodotti a prezzi divenuti con gli anni insufficienti a garantire la vita a chi ogni giorno si adopera per produrre eccellenze. Dobbiamo essere forti, guardare al futuro e cogliere la fantastica opportunità della vendita diretta, attraverso i Mercati e le Botteghe di Campagna Amica. L’inaugurazione della prima Bottega di Campagna Amica del Veneto, a Thiene, rappresenta un chiaro segnale della direzione che dobbiamo prendere per contrastare la crisi incalzante ed instaurare un rapporto con i consumatori, per proporre una valida alternativa di acquisto che arriva direttamente dal campo alla tavola.
23 Novembre 2011
Ci serve una Pac che restituisca valore ai territori