30 Aprile 2024
Cinquecento agricoltori di Coldiretti Padova in assemblea: “Difendiamo il nostro reddito”

 Sono 500 gli agricoltori padovani che hanno partecipato all’assemblea di Coldiretti Padova, convocata il 30 aprile in contemporanea con le altre 96 federazioni provinciali della più grande organizzazione agricola italiana. L’incontro è stato preceduto dall’esposizione di centinaia di bandiere gialle di Coldiretti, lungo strade e autostrade, in campagna, all’ingresso delle aziende agricole in tutta la provincia. 

==> guarda qui il video con la carrellata delle bandiere nella nostra provincia!

==> guarda qui il video racconto dell'Assemblea del 30 aprile!

“Vogliamo che arrivi forte e chiaro il nostro “orgoglio Coldiretti” – spiega Roberto Lorin, presidente di Coldiretti Padova – il nostro radicato senso di appartenenza ad una organizzazione che in questi giorni compie ottant’anni e che nella sua lunga storia ha guidato una vera e propria rivoluzione nei campi. Di rivoluzione si tratta perché i contadini di un tempo sono diventati imprenditori agricoli, protagonisti decisivi del settore primario. Da oltre vent’anni, poi, con la legge di orientamento voluta proprio da Coldiretti, le nostre aziende agricole sono diventate multifunzionali. E’ stato un un profondo cambio di passo per gli agricoltori che grazie alla nuova normativa sono stati messi nelle condizioni di compiere il grande salto: dalla produzione alla trasformazione e vendita dei prodotti, dall’agriturismo alla vendita diretta fino alla fornitura di servizi in appalto”.

Aperta dal direttore di Coldiretti Padova Giovanni Roncalli che ha ripercorso le tappe salienti dell’attività del 2023 e di questi primi intensi mesi del 2024 l’assemblea ha passato in rassegna le principali problematiche che riguardano il settore primario e indicato le priorità urgenti per sostenere il reddito delle imprese agricole, tra concorrenza sleale, invasione di prodotti esteri che diventano italiani, le distorsioni di una filiera che lascia nelle tasche dei produttori pochi spiccioli, le norme e i vincoli europei che danneggiano chi vive di agricoltura. “Siamo stati a Bruxelles proprio per dire quello che non ci piace di questa Europa. - aggiunge il presidente Lorin - “Siamo convinti europeisti ma nella difesa della nostra storia siamo contro il principio dell’omologazione. Da qui la presenza in Europa per un confronto costante con parlamentari italiani ed esteri. E in questo quadro si colloca la manifestazione organizzata a Bruxelles per imprimere un’accelerazione a ciò che era iniziato un anno fa, dalla revisione della Politica agricola comune allo stop a una serie di provvedimenti penalizzanti per il settore agroalimentare.

Dopo il presidio al Brennero, continueremo a controllare il cibo che passa le nostre frontiere, anche dai porti, che non possono essere un colabrodo. Ecco perché ci batteremo per fermare le importazioni sleali e per abolire il codice doganale. Vale a dire che deve essere riconosciuto come italiano solo ciò che proviene dall’agricoltura italiana. Deve essere cancellata la norma che con l’ultima lavorazione eseguita in Italia permette ai prodotti alimentari di acquisire la carta di identità nazionale. Bisogna fermare i cibi camuffati come italiani grazie a minime lavorazioni, rivedendo il criterio dell’ultima trasformazione sostanziale. E’ una battaglia che si lega a quella per il riconoscimento del principio di reciprocità, perché se le regole non sono uguali per tutti si distrugge la competitività delle imprese italiane che rispettano tutte le norme su qualità e lavoro. Intanto con l’appoggio dei cittadini consumatori stiamo raccogliendo un milione di firme a sostegno della nostra proposta di legge europea per difendere il made in Italy, il reddito degli agricoltori e la salute dei cittadini introducendo l’obbligo dell’origine in etichetta per tutti i prodotti agroalimentari, sulle confezioni e anche al ristorante. Non produciamo bulloni ma cibo, i cittadini hanno diritto alla trasparenza su quello che mangiano”.

Un altro aspetto molto sentito dagli agricoltori riguarda la fauna selvatica incontrollata. “Nei nostri Colli Euganei ma anche in aree di pianura soffriamo da anni dell’emergenza cinghiali - prosegue Lorin - che stanno letteralmente divorando il nostro lavoro. Servono piani straordinari regionali per un’efficace azione di controllo e contrasto, per difendere il territorio da questa invasione che solo nella nostra provincia costa diversi milioni di euro ogni anno”.

Per tutelare il reddito degli agricoltori Coldiretti Padova sottolinea la necessità di intervenire con una moratoria dei debiti, per garantire liquidità alle imprese agricole. “E’ un intervento che deve essere autorizzato a livello europeo, per non incidere sulla possibilità per le imprese di agire sul lato del credito”. Ma va rafforzata anche l’operatività della legge sulle pratiche sleali, con l’individuazione da parte di Ismea dei costi medi di produzione su tutte le filiere. “Chiediamo inoltre che gli aiuti del piano di sviluppo rurale e della Pac, la politica agricola comunitaria, siano destinate solo agli agricoltori veri, alle imprese agricole formate da agricoltori. 

Le sfide saranno continue, su più fronti, - conclude Lorin - proprio per ottenere risposte importanti e concrete da dover dare ai nostri imprenditori, ai nostri agricoltori. Questa giornata ha una valenza sindacale molto importante e determinante, veniamo da una serie di incontri fatti in questi ultimi tre mesi su tutto il territorio con i nostri associati e abbiamo colto dal basso le principali esigenze che dobbiamo rimettere al centro della nostra azione di mobilitazione sindacale. Coldiretti è dalla parte degli imprenditori agricoli e continuerà ad esserlo, anche di fronte a chi vorrebbe mettere le mani sull’agricoltura”.

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