Concludo con questo editoriale la lettura dei dieci punti per rendere effettivo il nostro progetto “L’ltalia che vogliamo”, presentato dal presidente nazionale Sergio Marini al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio. In questa sede prenderò in esame i punti dall’ottavo al decimo, per analizzarli nel nostro contesto locale.
Far crescere il Pil con il benessere: “È tempo di ripensare lo sviluppo in una logica di benessere secondo principi di sostenibilità, etica del lavoro e coesione sociale. Il Pil in tal caso è strumento e non fine ultimo di una crescita sostenibile. Dentro al consumo di cibo c’è la cultura dei territori, la tipicità e la creatività di tutta la gente che l’ha generato. Dentro al cibo c’è la sicurezza alimentare che noi abbiamo garantito. C’è la qualità e la diversificazione assicurata dalla lotta continua che facciamo per difendere la biodiversità. Si tratta di tutta una serie di componenti immateriali che quando ci fanno stare a tavola ci fanno stare bene al di là del Pil”. La nostra rete di aziende ed il nostro indiscutibile “saper fare”, oltre a rappresentare il nostro bagaglio capace di generare profitto e cultura, svolgono un importante ruolo educativo nei confronti dei più piccoli. Pensiamo alle fattorie didattiche, ma anche alle numerose campagne informative che portiamo avanti, anche con la nostra presenza ai mercati di Campagna Amica. Siamo riusciti a portare nelle scuole la frutta, che ha in gran parte rimpiazzato il consumo di bibite e merendine.
Il valore della comunità: “La crisi ci ha fatto riflettere sulla necessità di investire su alcuni valori, che sono anch’essi durevoli, continuativi, non conoscono erosione: la socialità, l’amicizia, la famiglia, lo star bene assieme, la spiritualità nelle sue varie espressioni culturali e religiose, la solidarietà. Nella “prossimità”, che è elemento fondante della comunità, c’è l’essenza, il concetto base del modello di sviluppo verso cui dobbiamo tendere; c’è la chiave, per potersi integrare nel mare della globalizzazione senza smarrirsi, conservando la solidità e la coerenza dei nostri modelli identitari e valoriali. Del resto l’agricoltura multifunzionale e la stessa produzione agroalimentare sono al contempo generatrici e rappresentazione di questo modello, e l’impresa multifunzionale, continua a rimanere al centro di questo fare comunità”. La presenza di aziende di “valore” nel territorio rappresenta un volano per l’economia locale, ma anche un meccanismo di emulazione importante: dobbiamo fare in modo che le buone pratiche si moltiplichino, perché il cittadino sa riconoscere chi lavora bene ed onestamente. Coldiretti con le aziende multifunzionali e le proprie attività sociali ci ha insegnato ad ascoltare e capire le esigenze della gente, per fornire risposte efficienti e concrete. E ricordiamo che il cittadino è la nostra maggior risorsa dopo la terra.
Etica prima di tutto: “Una molteplicità di episodi in questi anni e mesi ha messo pesantemente a nudo le debolezze del ceto politico nazionale e locale. Ciò da un lato ha generato una diffusa indignazione all’interno dell’opinione pubblica, dall’altro ha dato vita a forme, movimenti e pulsioni di sapore antipolitico. Tutto ciò rischia di produrre un meccanismo di rimozione individuale: se la colpa è degli “altri”, le persone nel loro quotidiano agire finiscono per sciogliersi da quelle responsabilità che pure hanno e dovrebbero esercitare nella sfera pubblica e in quella privata. Se tuttavia in questi anni c’è stato un venir meno dei valori di trasparenza, di verità, di assunzione di responsabilità ciò, in taluni casi, ha investito anche le forze di rappresentanza. A volte, infatti, è accaduto che esse abbiano espresso scarsa progettualità, bassa propensione a rischiare, incapacità di essere punto di riferimento esemplare per i loro associati, che siano rimaste prigioniere di logiche legate a rendite corporative. Ma soprattutto ci è parso che esse non abbiano saputo fuoriuscire dalla logica schiacciante del “presente” e a configurare quella proiezione in chiave futura di cui il Paese ha bisogno. Che ciò sia il riflesso di una più generale miopia e assenza di lungimiranza della classe politica, non è motivo di consolazione”. La politica del compromesso e dell’interesse non ha contaminato il nostro mondo, ma occorre tenere alta l’attenzione ai valori veri, sempre tenendo quali cardini trasparenza ed etica comportamentale nelle nostre produzioni.
30 Maggio 2013
Con i nostri progetti i produttori sono al centro di ogni azione