30 Aprile 2013
Con i nostri progetti i produttori sono al centro di ogni azione

Prosegue la lettura, iniziata con il precedente editoriale, dei dieci punti per rendere effettivo il nostro progetto “L’ltalia che vogliamo”, presentato dal presidente nazionale Sergio Marini al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio. In questa sede prenderò in esame il sesto e settimo punto per analizzarli nel nostro contesto locale.
Le politiche necessarie: “Per accompagnare la crescita, abbiamo bisogno di “buona politica” e ciò significa in primo luogo il ritorno a funzioni di mediazione intelligente fra ceti e interessi distinti e contrastanti ai fini di perseguire un più ampio interesse di carattere generale, ciò che si definisce “bene comune”. Alla politica, fortemente deficitaria, chiediamo un’operazione coraggiosa di verità, giustizia e legalità, aspetti la cui declinazione è diventata in questi anni via via più opaca. E per la nostra agricoltura chiediamo un impegno speculare, a servizio di ciò che stiamo perseguendo con il nostro agire quotidiano:                       
- la verità, per garantire trasparenza ai cittadini consumatori e metterli in condizione di conoscere ciò che va sulle loro tavole (lotta all’italian sounding, norme per l’informazione ai consumatori, applicazione di quelle leggi approvate dal Parlamento, ma finite in un binario morto);
- la giustizia, per contrastare le posizioni di rendita e ridistribuire il valore aggiunto a vantaggio di chi lo produce (sostegno ai nostri progetti di Campagna Amica e della Filiera agricola tutta italiana tesi ad accorciare e costruire nuove relazioni di filiera);
- la legalità, per impedire i fenomeni che minacciano il valore del marchio “Italia” (continuità di impegno nella lotta alla contraffazione e sofisticazione, condivisione della nostra denuncia sulle agromafie in stretta collaborazione con magistratura e forze dell’ordine)”.
Il lavoro che stiamo facendo è straordinario e non dobbiamo dimenticare il ruolo sociale che i nostri mercati ed i punti di Campagna Amica hanno in questo momento di crisi per le nostre aziende e per le famiglie. Ricordiamo che Coldiretti ha portato avanti molte battaglie sull’etichettatura con l’indicazione della provenienza dei cibi. La lotta prosegue, perché ci sono ancora prodotti che non possono contare sull’etichettatura trasparente, tra cui pasta, carne di maiale e salumi, carne di coniglio e cavallo, frutta e verdura trasformata, derivati del pomodoro diversi da passata, formaggi, derivati da cereali (pane, pasta) e latte a lunga conservazione. Grazie alla filiera corta siamo in grado di rassicurare il consumatore sulla provenienza di ciò che mette sulla tavola ed al tempo stesso di garantire una redditività alle nostre aziende, che non potrebbero contare sul medesimo riscontro vendendo i prodotti all’ingrosso. Dobbiamo saper cogliere questa ed altre opportunità, che ci vengono offerte per il fatto che siamo soci Coldiretti, mettendo da parte qualunque perplessità, perché si tratta di comprendere l’evoluzione dei tempi e di interpretare i bisogni dei cittadini, che si incrociano perfettamente con l’esigenza delle nostre aziende di continuare a produrre per vivere e per non mandare all’aria il lavoro finora fatto, con l’insieme di tradizioni e di eccellenze che ci rendono credibili in tutto il mondo.
La molla per tornare a crescere: “L’Italia è un Paese in cui le scelte economiche, politiche e sociali sono fortemente condizionate da dimensioni emozionali. Elementi come “la fiducia” tendono a ripercuotersi in maniera più che proporzionale sui comportamenti degli individui e delle famiglie. In stagioni congiunturali particolarmente difficili, “la fiducia” diventa una sorta di “molla” che se nutrita dal giusto orgoglio nazionale e messa in tensione va a costituire un fattore rigenerativo, se trascurata si traduce in un’ulteriore chiave “depressiva”. Per tornare a crescere è fondamentale che il nostro Paese abbia un assetto politico credibile e stabile. Una politica più affidabile, capace di generare leggi a sostegno dell’agricoltura, l’unico settore in crescita negli ultimi tempi, con la restituzione dell’Imu appare improcrastinabile. Accanto a questa esigenza, la necessità di facilitare l’accesso al credito con il sostegno dei Confidi, per ridare fiato alle nostre aziende.

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