28 Febbraio 2011
Con il made in Italy il riscatto dell’economia agricola locale

È finito da molto il tempo della commiserazione per la crisi. Possiamo sconfiggere questa parola e rialzarci con forza ed entusiasmo sfruttando le molteplici opportunità che Coldiretti offre alle aziende agricole per la valorizzazione del made in Italy, chiave d’uscita straordinaria dalle oggettive difficoltà economiche che pressano le nostre imprese. A testimoniarlo sono i numeri, tutti vicentini, che rappresentano la concreta realizzazione del progetto Per una filiera agricola tutta italiana: 7 mercati in diverse parti della provincia (Vicenza: piazza de Gasperi, piazza Matteotti; Bassano del Grappa: via del Mercato (Centro Tori), via Angarano; Thiene in località Bosco dei Preti; Malo all’interno della Cantina Valleogra) ed in estate a Roana, con la prospettiva di nuovi punti a Marostica, Creazzo e Montecchio Maggiore. Stagionalità, prodotto proprio, prezzo giusto sono la forza dei mercati di Campagna Amica. Giusto prezzo per i consumatori, ma soprattutto per le nostre aziende, per chi lavora la terra ed alleva gli animali ed è costretto a sostenere in toto il rischio d’impresa. Alcuni esempi per dare l’idea di cosa vuol dire ridare fiato ai bilanci delle aziende agricole: con un minimo di prelavorazione è possibile offrire il radicchio rosso di Asigliano ad 1,50 euro, anziché a 0,35 euro (prezzo praticato all’asta), così come possono essere vendute, nei mercati o attraverso la vendita diretta, le verdure sott’aceto e sott’olio (4 euro al vasetto da 500 grammi) e le marmellate (4 euro al vasetto da 250 grammi), ma anche la carne, per la quale il rapporto diretto con il consumatore arriva a fruttare fino al 50 per cento rispetto al profitto che si ricaverebbe svendendo il prodotto alla grande distribuzione. Naturalmente va considerato un investimento da ammortizzare nel tempo, ma questo sforzo rappresenta lo scotto da pagare per continuare a vivere. Non per sopravvivere, bensì per avere grandi soddisfazioni e per recuperare il successo che la nostra attività merita, accompagnato al giusto ristoro economico per il faticoso lavoro quotidianamente svolto. Non dobbiamo dimenticare neppure le opportunità offerte attraverso l’installazione dei distributori di latte fresco. Sebbene il prezzo del latte alla stalla abbia raggiunto i 40 centesimi al litro, siamo ancora lontani dalla copertura delle spese che gli allevatori anno, specie in questo momento in cui sono aumentati sensibilmente i prezzi dei prodotti per l’alimentazione animale. Cogliamo queste opportunità, dunque, decidiamo di prenderne coscienza e con entusiasmo affrontiamo l’innovazione facendola nostra e rendendoci attori protagonisti di un cambiamento che giova alle nostre aziende ed al territorio. Le statistiche ci confortano: per il 71 per cento degli italiani, infatti, il contributo maggiore alla ripresa del Paese viene proprio dall’imprenditoria locale, che batte nettamente i grandi gruppi. E tra i settori trainanti spiccano quelli fortemente radicati sul territorio e che quindi sono a minor rischio di delocalizzazione, quindi l’agricoltura guida la classifica. Con il 56 per cento dei consensi i produttori agricoli sono considerati garanti della salubrità e della sicurezza dei prodotti alimentari più delle industrie alimentari (11 per cento) e della grande distribuzione (9 per cento). Dobbiamo sfruttare questo momento di cambiamento importante per l’economia, quindi per le nostre imprese e per gli stessi stili di vita che Coldiretti contribuisce ad affermare, con una politica di supporto ai propri soci attraverso nuovo occasioni di reddito.

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