23 Aprile 2018
Con #stopcibofalso firmiamo per tutelare il cibo e le nostre imprese

Nel carrello della spesa un prodotto alimentare su quattro non riporta l’origine in etichetta. Una situazione che ciascuno di noi conosce ed ha sotto gli occhi quando va a fare la spesa. Da qui nasce la mobilitazione popolare che abbiamo intrapreso nei confronti dell’Unione Europea, per fermare il cibo falso e proteggere la salute, tutelare l’economia, bloccare le speculazioni e difendere l’agricoltura italiana. Nonostante i passi avanti, permangono ampie zone d’ombra ed ogni giorno rischiano di finire nel piatto alimenti di bassa qualità ed origine dubbia, che mettono a rischio la salute, come dimostrano gli allarmi alimentari che si propagano a livello planetario, per la mancanza di trasparenza: dall’ultimo caso del latte in polvere francese alla salmonella per i bambini alla carne di cavallo spacciata per vitello nei ragù, dai prosciutti ottenuti da maiali olandesi alimentati con mangimi alla diossina al succo di arance brasiliane trattate con il carbendazim, un pesticida vietato in Europa. La firma rivolta al Presidente del Parlamento Europeo può essere rilasciata anche al mercato coperto di Campagna Amica a Vicenza o nei siti www.coldiretti.it e www.campagnamica.it. Firmare per sostenere l’indicazione di origine in etichetta vuol dire impedire che ogni anno vengano sottratti 60 miliardi di euro all’economia dell’Italia, prevenire le falsificazioni e le pratiche commerciali sleali che danneggiano l’economia, rafforzare la lotta alle agromafie e la difesa contro le grandi multinazionali del cibo che hanno interesse ad occultare l’origine delle materie prime. Coldiretti vuol dare la possibilità a livello europeo di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti, dopo che l’Italia, affiancata da Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania e Romania, ha già adottato decreti nazionali per disciplinarlo in alcuni prodotti come latte e derivati, grano nella pasta e riso. Una scelta che ha spinto la Commissione Europea ad avviare una consultazione pubblica sulle modalità di indicazione dell’origine in etichetta. Non ci resta che vigilare, affinché la normativa comunitaria risponda agli interessi dei consumatori e non alle pressioni delle lobbies del falso made in Italy.

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