25 Maggio 2012
Contraffazione Agroalimentare

“La difesa del made in Italy agroalimentare è, prima di tutto, una battaglia culturale: non siamo qui per difendere interessi corporativi, ma un patrimonio collettivo ed un principio. Dobbiamo denunciare a gran voce chi “annacqua” il made in Italy perché compromette il futuro del nostro Paese”. Sergio Marini, presidente nazionale Coldiretti, intervenuto lo scorso 13 aprile al convegno “Il modello veneto per il made in Italy”, promosso dal Consiglio regionale del Veneto a Palazzo della Ragione a Padova, ha confermato che gli agricoltori italiani si sentono in prima linea nella battaglia per la difesa della tipicità agroalimentare e dell’identità dei prodotti italiani. Lo ha fatto di fronte agli oltre sessanta sindaci padovani presenti con la fascia tricolore e coinvolti proprio da Coldiretti nella mobilitazione per la tutela dell’autenticità dei prodotti agricoli e del loro legame con il territorio d’origine. “Prima che un problema normativo la lotta alla contraffazione è un fatto culturale. Nell’agroalimentare – evidenzia il presidente Marini – dobbiamo a fare i conti con una zona grigia molto vasta, dove gli interessi si infiltrano anche nelle leggi. È giusto ricordare che fino a poco tempo fa bastava aggiungere un po’ di sale ed acqua nel pomodoro importato dall’estero per farlo diventare italiano. Poi, finalmente, a smontare questo immaginario collettivo ci ha pensato la sentenza che ha sancito che questa operazione è illegale. Per questo non dobbiamo mai perdere la capacità di indignarci. Se qualcuno non la alimenta, questa capacità va nel dimenticatoio. Ovviamente dobbiamo operare anche sul fronte normativo ed applicativo, ma la battaglia si gioca nella cultura della legalità alla quale non possiamo rinunciare”. Il numero uno di Coldiretti ha espresso l’apprezzamento ed il concreto sostegno nei confronti del “modello veneto” per la lotta alla contraffazione in tutti i settori produttivi, che coinvolge istituzioni e forze dell’ordine ed ha ricordato come l’agroalimentare esporti 20 miliardi di euro l’anno a fronte dei 70 miliardi di falsi che sfruttano il “made in Italy”. Ha confermato, inoltre, che Coldiretti continuerà a battersi per l’etichettatura obbligatoria per tutto l’agroalimentare. In seguito alla mobilitazione popolare il Parlamento ha approvato due leggi sull’etichettatura, mai applicate. “Non dobbiamo smettere di denunciare ciò che è dichiaratamente ingiusto – conclude il presidente Sergio Marini - di difendere ciò che distingue e da valore ai nostri prodotti. Di questo anche i cittadini consumatori sono consapevoli e non vogliono vedersi privare di un pezzo di qualità della vita”. Coldiretti ricorda che le esportazioni agroalimentari potrebbero addirittura triplicare con una radicale azione di contrasto al falso “made in Italy”. Grande interesse ed attenzione, quindi, per tutte le strategie, come il modello di collaborazione interistituzionale che si sta sperimentando a Padova ed in Veneto, di cui si è ampiamente discusso a Palazzo della Ragione.

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