21 Giugno 2013
Costi insostenibili per riscaldare stalle, allevamenti e serre

Il calo delle temperature in Veneto causato dall’arrivo di svariate perturbazioni che hanno interessato in particolare il Nordest, determinando bruschi abbassamenti termici, ha messo in difficoltà gli imprenditori zootecnici che allevano polli, suini e conigli: riscaldare stalle ed ambienti, infatti, comporta maggiori costi energetici. Si tratta di un allarme che interessa una parte consistente del comparto, che rappresenta il 40 per cento della zootecnia nazionale. L’attenzione è alta soprattutto per la fase di svezzamento degli animali e, quindi, per pulcini e suinetti, che necessitano di un calore che deve raggiungere anche i 30 gradi, avvalendosi pure del supporto di lampade a raggi infrarossi. Lo stesso problema interessa anche i florovivaisti e le colture orticole in serra. Si tratta di un’altra mazzata all’agricoltura regionale, che si aggiunge alle difficoltà per le colture a pieno campo, siano esse a seminativo, orticole e frutticole. Per queste ultime, in particolare, con l'eccesso d’acqua caduta e gli sbalzi climatici che si sono alternati negli ultimi mesi, i danni continuano ad aumentare per la mancata allegagione e successiva cascola di frutti. In alcune zone si registra la perdita totale di produzione di ciliegie, pesche, albicocche e kiwi. Per l'actinidia è ripresa la Psa, una malattia che provoca la morte della pianta stessa.

European Heat Health System

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