L’Italia detiene la leadership in Europa per la produzione di conigli ed a livello mondiale risulta seconda solo alla Cina. La regione italiana a maggior vocazione cunicola è il Veneto, ed il comparto cunicola rappresenta a Vicenza sicuramente una tipologia di attività allevatoriale di tutto rispetto considerando che in termini percentuali copre circa il 15% della produzione veneta. In provincia si stimano 66 allevamenti con più di 200 fattrici cadauno, per un totale di 39000 fattrici allevate ed  una produzione di conigli di circa 2milioni per una plv di circa 9milioni di euro. In questi ultimi anni il settore ha subito una forte crisi economica che ha portato anche ad una riduzione del numero di imprese. La crisi può essere imputata a vari fattori, tra cui i più importanti sono il costo delle materie prime, le disfunzioni della filiera frammentata e poco organizzata, le anomalie del mercato che comporta grande variabilità dei prezzi e, di conseguenza, una scarsa remunerazione del prodotto, l’importazione di prodotti esteri di carne senza una precisa tracciabilità e garanzia di qualità, il funzionamento delle borse merci non sempre puntuali e trasparenti. A fronte di questa situazione, la Coldiretti regionale si è riunita per vedere quali strategie attivare per rilanciare questo settore. Analizzando anche il Piano d’intervento proposto dal Mipaf lo scorso gennaio, Coldiretti ha proposto le seguenti strategie per migliore la competitività delle imprese agricole:
1. definire a livello nazionale una commissione unica di mercato, come già avvenuto nel settore suinicolo, operante su un unico regolamento nazionale e formata da delegazioni paritetiche di allevatori e macellatori;
2. organizzare una filiera puntando alla concentrazione organizzata dell’offerta, ma soprattutto sviluppando una filiera agricola tutta italiana, a sostegno della qualità del coniglio nato, allevato e macellato in Italia;
3. provvedere all’etichettatura di origine delle carni cunicole a garanzia del consumatore che potrà fare una scelta consapevole ed a vantaggio dell’allevatore che potrà così valorizzare il proprio prodotto.