La positiva decisione di mantenere in Italia il divieto di coltivare Ogm come chiedono quasi otto italiani su dieci è un ottimo biglietto da visita per il made in Italy alimentare in vista dell’Expo. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare positivamente la firma da parte del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, del Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina e di quello dell’Ambiente, Gian Luca Galletti del decreto che sancisce il divieto di coltivazione di mais Ogm MON810 per con la proroga, per un periodo di ulteriori 18 mesi dalla sua entrata in vigore, del divieto già emanato con il precedente decreto interministeriale del 12 luglio 2013. Si tratta di un’esigenza in attesa del via libera finale alla direttiva Europea che consentirà ai Paesi membri dell'Ue di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati (Ogm) sul territorio nazionale, anche se questi sono autorizzati a livello europeo. Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione ed il grande nemico del made in Italy. Secondo un’analisi di Coldiretti nell’Unione Europea nonostante l’azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, su ventotto, i Paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810).
25 Febbraio 2015
Divieto Ogm è biglietto da visita per Expo