2 Dicembre 2015
Ecco i marchi da guardare con sospetto

“Il consumatore deve poter scegliere con consapevolezza quando va a fare la spesa. Con l’attuale normativa sull’origine dei prodotti, però, viene mascherato come italiano ciò che non ci appartiene. Ed il danno è immenso per le nostre produzioni locali, per l’economia e per migliaia di posti di lavoro che se ne vanno a causa dei prodotti che arrivano dall’estero, dove i controlli sono ben diversi dai nostri e, chiaramente, la freschezza non può essere garantita”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, interviene per far riflettere i consumatori sulla vicenda latte, dopo il presidio alla Lactalis di Ospedaletto Lodigiano e le seguenti manifestazioni in molte altre città italiane, nonché a Roma, dove il mondo dell’industria si è preso gioco per l’ennesima volta degli allevatori, proponendo un irrisorio aumento sul latte acquistato. “La nostra battaglia proseguirà ad oltranza – sottolinea il presidente Cerantola – in quanto non possiamo tollerare che chi produce continui ad essere vittima della filiera, pur dovendo sostenere, da solo, tutti i rischi connessi all’attività d’impresa. Dalla stalla alla tavola, infatti, il prezzo del latte quadruplica. Ed analogamente avviene per molti altri prodotti, dei quali il consumatore, per effetto dell’acquisizione dei marchi italiani da parte di colossi industriali stranieri, non immagina neppure lontanamente la reale origine”. Nell’immaginario del cittadino, infatti, i prodotti con marchio italiano continuano ad essere realizzati con le metodologie originarie, sebbene la realtà dei fatti contraddica in toto questa idea. “Il profitto è alla base dell’industria straniera – aggiunge il presidente Cerantola – che non ha minimamente in animo di puntare sulla qualità sacrificando parte del guadagno. E così sottopagare la materia prima diventa la priorità per questi gruppi industriali che rappresentano dei veri potentati. È giunto il momento che anche i consumatori si ribellino a questo sistema che prende in giro chi produce, ma non di meno chi porta in tavola i prodotti acquistati, non certo volutamente, senza sapere da dove provengono, nei supermercati”. Nella tabella che riassume i marchi del made in Italy che non c’è più è possibile scoprire amaramente solo una parte dei prodotti ritenuti italiani, ma che non ci appartengono più. “In questo momento è più che mai importante che i consumatori quando vanno a fare la spesa leggano bene le etichette – conclude il presidente Cerantola – in quanto i messaggi spesso ci sono, ma occorre soffermarsi a leggere con attenzione. Dobbiamo tutti ricordare, infatti, che il momento della spesa deve essere considerato un momento in cui si inizia a prendersi cura della propria salute e per questo richiede il tempo che la nostra vita merita”.

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