26 Febbraio 2010
Energie da fonti rinnovabili: la cessione di superfici

In questi ultimi tempi sempre più società commerciali o industriali sono a proporre alle imprese agricole la concessione di loro terreni per la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili; impianti la cui gestione e ritorno economico restano a carico e beneficio dei soggetti proponenti. I contratti che vengono proposti sono vari per cui è opportuno entrare nel merito delle varie clausole caso per caso. In generale si possono individuare due forme di cessione a terzi, non imprenditori agricoli, di superfici (terreni, tetti) per la realizzazione di impianti produttivi di energia elettrica.
Diritto di superficie (artt. 952-953-954 C.C.)
Il proprietario può costituire il diritto di fare e mantenere al di sopra del suolo una costruzione a favore di altri, che ne acquista la proprietà. La costituzione del diritto, che può essere anche a tempo determinato, deve essere stipulata alla presenza di un notaio ed è parificata alla vendita di un bene immobiliare. Non ci sono particolari conseguenze fiscali qualora la cessione riguardi terreni agricoli in proprietà dell’imprenditore agricolo da almeno cinque anni; in caso contrario si realizza una plusvalenza tassabile.
Locazioni di superfici
L’affitto di superfici a terzi non imprenditori agricoli è di carattere commerciale e non assimilabile, pertanto, a contratti di fondo rustico. Questo comporta da parte dell’imprenditore agricolo cedente la dichiarazione fiscale dei canoni percepiti, con la conseguente tassazione come redditi non agricoli. Va poi verificato attentamente l’ammontare di questi redditi al fine di non superare quelli derivanti da attività agricola per evitare di compromettere la qualifica di IAP. Le superfici cedute non utilizzate a fini agricoli andrebbero accatastate (opificio) con la determinazione della rendita e l’assoggettamento alle imposte a carico del proprietario (Ici, Irpef).
Spesso i soggetti richiedenti la concessione di superfici ai fini di realizzare impianti energetici (soggetti che possono anche essere diversi da quelli che realizzeranno e gestiranno l’impianto), chiedono la firma di un “preliminare” di locazione o di diritto di superficie con la motivazione che, per l’ottenimento dei permessi e delle autorizzazioni occorrenti per la costruzione degli impianti, la ditta costruttrice dell’impianto ha bisogno di dimostrare la reale disponibilità del terreno, vincolando il proprietario a firmare il contratto definitivo in un secondo momento. Questo non è indispensabile, anzi in alcuni casi può essere compromettente non conoscendo le condizioni finali del contratto, e, in alcuni casi, chi effettivamente realizzerà e gestirà gli impianti.
La posizione di Coldiretti
Coldiretti promuove la realizzazione di impianti energetici sostenibili da fonti rinnovabili direttamente da parte di aziende agricole alle quali devono essere indirizzati i benefici di tali politiche energetiche. L’introduzione di soggetti terzi non agricoli in territori rurali può portare  conseguenze distorsive per l’imprenditorialità agricola per vari aspetti (economici, urbanistici, ambientali). Su questa linea di principio, Coldiretti Veneto ha presentato ricorso contro la Regione  avanti il Tribunale Amministrativo Regionale in data 12/11/2008 per il seguente motivo: “La delibera della Giunta Regionale n. 2204 dell’8/8/2008 avente oggetto le disposizioni per l’autorizzazione, l’installazione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili stabilisce che anche i soggetti che non sono imprenditori agricoli possono presentare in zona agricola istanza per l’autorizzazione alla costruzione di tali impianti.
Questa norma va in contrasto con la legge regionale n.11/2004, titolo V, (Tutela ed edificabilità del territorio agricolo) che stabilisce che la possibilità edificatoria in aree agricole sia esclusivamente in capo agli imprenditori agricoli”.

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