24 Febbraio 2017
Finalmente è definitiva in etichetta l’origine del latte

Finalmente è legge l’indicazione di origine obbligatoria per latte e prodotti lattiero caseari, che pone fine all’inganno del falso made in Italy, con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro stranieri. L’obbligo di indicare l’origine in etichetta salva dall’omologazione 487 tipi di formaggi tradizionali censiti a livello regionale e tutelati in quanto realizzati con regole tramandate da generazioni, che permettono di sostenere la biodiversità delle razze bovine. L’atteso provvedimento entrerà in vigore dopo novanta giorni dalla pubblicazione avvenuta il 19 gennaio, e sarà possibile, per un periodo non superiore a 180 giorni, smaltire le scorte. Il decreto, fortemente sostenuto da Coldiretti, rappresenta un segnale di cambiamento a livello nazionale e comunitario. Le novità prevedono l'indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero caseari e l'uso in etichetta delle diciture: a) “Paese di mungitura”: nome del Paese nel quale è stato munto il latte; b) “Paese di condizionamento o di trasformazione”: nome del Paese nel quale il latte è stato condizionato o trasformato. Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero caseari sia stato munto, condizionato o trasformato, nello stesso Paese, l'indicazione di origine può essere assolta con l'utilizzo della seguente dicitura: “origine del latte”: nome del Paese. Se le operazioni indicate avvengono nel territorio di più Paesi UE, per indicare il luogo in cui ogni operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate le diciture: “latte di Paesi UE” per l'operazione di mungitura, “latte condizionato o trasformato in Paesi UE” per l'operazione di condizionamento o di trasformazione. Infine, qualora le operazioni avvengano nel territorio di più Paesi al di fuori dell'UE, per indicare il luogo in cui ciascuna operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate le diciture: “latte di Paesi non UE” per l'operazione di mungitura, “latte condizionato o trasformato in Paesi non UE” per l'operazione di condizionamento o di trasformazione. Il provvedimento è frutto della guerra del latte scatenata lo scorso anno da Coldiretti contro le speculazioni insostenibili sui prezzi alla stalla e sta portando ad un aumento dei compensi riconosciuti agli allevatori senza oneri per i consumatori. Ben 1,7 milioni di mucche da latte presenti in Italia, ma anche pecore e capre possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, burro, formaggi e yogurt garantita da livelli di sicurezza e qualità superiori grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa, nonché ai primati conquistati a livello comunitario con la leadership europea con 49 formaggi a denominazione di origine realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione. A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d'obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca. Dal 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. Il prossimo passo è l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare l’origine del grano impiegato nella pasta come previsto nello schema di decreto che introduce l'indicazione obbligatoria dell'origine del grano impiegato nella pasta”.

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