30 Maggio 2013
Il 13% del Veneto consegnato al cemento

In Veneto anche il fieno marcisce sui campi: non si può accedere ai fondi coltivati e le condizioni climatiche avverse di questa primavera non hanno dato tregua agli agricoltori. La regione paga ancora le conseguenze di un’estate talmente siccitosa da non aver consentito di raccogliere mais sufficiente all’alimentazione del 40% dell'allevamento bovino italiano concentrato proprio nel bacino padano. L'inizio della primavera è preoccupante per tutti gli operatori agricoli, il grano soffre di attacchi fungini per la presenza massiccia di acqua, i prodotti orticoli a pieno campo o in serra sono allagati, la fioritura delle piante da frutto è dimezzata: la produzione di pesche, susine, albicocche sarà inferiore rispetto agli altri anni e sono a rischio anche le ciliegie. Non c'è un raccolto che non sia compromesso, visto che anche le semine sono tutte saltate. Il sistema zootecnico dovrà fare i conti con il 50% in meno di mais e soia e, presumibilmente, non potrà ricorrere alla fienagione e servirsi altrove. I Consorzi di Bonifica hanno raddoppiato le idrovore nell'Alta Padovana, zona sempre sotto osservazione per la presenza del Muson, nel polesine gli stessi enti hanno già pompato al mare il 120% dell’acqua normalmente riversata in un anno ciò nonostante il taglio delle risorse pubbliche destinate alla manutenzione straordinaria. I terreni non assorbono più: è il fenomeno dell'impermeabilizzazione del suolo. Circa il 13% della superficie regionale è edificata, dato che pone il Veneto nella graduatoria nazionale immediatamente al secondo posto dopo la Lombardia. La percentuale  potrebbe sembrare un'inezia, ma si tratta di ben 240 mila ettari. Si deve considerare, poi, che il Veneto non ha città come Milano, Roma e Napoli, ma piccoli capoluoghi ed una miriade di centri minori diffusi nella campagna, che aggravano notevolmente la gestione delle acque eccedenti. Il Piano territoriale regionale di coordinamento rileva che questa intensa urbanizzazione è avvenuta tra gli anni ‘80 ed il 2000, dove ad esempio si è registrata una crescita dell'edificabilità intorno al 20% nelle province di Venezia e Vicenza. Il governo del territorio deve diventare una priorità, non si può intervenire quando è troppo tardi, occorre prevenire e non solo per evitare disastri ambientali, soprattutto per conservare la bellezza del paesaggio di cui non possiamo più privarci in nome di un sviluppo che ci ha portato a questo risultato.

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