Prosegue la lettura, iniziata con il precedente editoriale, dei Dieci punti per rendere effettivo il nostro progetto “L’ltalia che vogliamo”, presentato dal presidente nazionale Sergio Marini al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio. In questa sede prenderò in esame il quarto e quinto punto per analizzarli nel nostro contesto vicentino.
I nostri punti di forza: “Gli assets su cui il nostro Paese può e deve puntare, sono di natura materiale ed immateriale: patrimonio storico ed artistico, paesaggio, biodiversità, ricchissima articolazione territoriale, originalità e creatività, gusto e passione, intuito e buonsenso. Accanto a questi fattori, siamo stati capaci di sviluppare nel tempo un capitale sociale che rimane fortissimo; resta viva una forte capacità di relazionarci e di fare comunità, di innovare mantenendo in vita saperi antichi. Risorse che appartengono al Dna del Paese e che garantiscono quel valore aggiunto inimitabile e non delocalizzabile al “saper fare” italiano. La nostra agricoltura ha fondato su tali risorse il suo successo. Se essa mette in luce elementi di competitività, distintività, innovazione ed eccellenza, è perché ha saputo innovarsi ancorandosi al paradigma antico e non omologabile del Paese”. I nostri prodotti sono la nostra forza. Ed a dimostrarlo sono i numeri reali, non soltanto quelli che emergono dalle statistiche, spesso lontane e difficili da interpretare. Grazie ai progetti che stiamo realizzando riusciamo a valorizzare i punti di forza che ci contraddistinguono, a partire dall’enorme patrimonio, non solo di saper fare, che abbiamo a disposizione, dimostrato dal più elevato rendimento per ettaro. Di converso, però, scontiamo un reddito aziendale piuttosto basso e, di conseguenza, la mancanza di liquidità. Tutti elementi ai quali stiamo dando una risposta concreta nel territorio. Molti Comuni vicentini, infatti, hanno approvato un ordine del giorno, proposto da Coldiretti contro l’agropirateria che sottrae alle nostre imprese ben 60 miliardi di euro ogni anno, per sospendere il finanziamento alla Simest e tutelare le nostre aziende, che generano lavoro ed economia sana nel territorio.
Il nostro modello di sviluppo: “L’Italia e il suo futuro sono legati alla capacità di tornare a fare l’Italia, imboccando intelligentemente la strada di un nuovo modello di sviluppo che trae nutrimento dai punti di forza a cui abbiamo già fatto riferimento. È nella nostra capacità di trasferire nei nostri prodotti e nei nostri servizi il valore materiale e immateriale della distintività italiana e nel rafforzare il nostro saper “fare rete” che troveremo la forza e l’autorevolezza per riconquistare la giusta capacità competitiva, anche nella dimensione globale”. Il prodotto enogastronomico locale italiano non ha bisogno di presentazioni: le nostre eccellenze sono rispettate ovunque. Ed il territorio vicentino è ricco di tipicità, che dobbiamo difendere con forza, perché rappresentano il nostro tesoro attuale e per il futuro. I nostri prodotti sono come dei gioielli e li dobbiamo custodire, per non privare le prossime generazioni della gioia di conoscere i gusti veri del cibo. Il progetto per una filiera agricola tutta italiana ed il marchio Fai rappresentano la volontà di spingere sulla filiera corta, che è ciò che tutti noi vogliamo: poter interagire direttamente con il consumatore significa riscoprire il valore del nostro lavoro ed al tempo stesso garantire un’opportunità di risparmio in questo difficile momento.
28 Marzo 2013
Il nostro progetto per le nostre imprese e per uscire dalla crisi