21 Maggio 2014
La Regione approva l’elenco dei corpi idrici e le distanze di semina

Gli agricoltori del Veneto rischiavano di dover ritirare dalla produzione ben 165 mila ettari, per non perdere i contributi comunitari. Infatti, la condizionalità che obbliga gli imprenditori agricoli al rispetto di numerose pratiche ecocompatibili prevede che non si coltivi nella fascia di cinque metri dai corsi d’acqua. La Regione, dunque, si è attivata per tempo, negoziando a livello ministeriale la possibilità di limitare i corpi idrici. In tal modo, anziché i teorici 165 mila ettari, ora i produttori devono, se non già esistente, introdurre un margine di tre o cinque metri da un elenco molto più ristretto. Per capirci, gli ettari teorici non coltivabili sono 30 mila: in pratica si guadagna una superficie fertile di 135 mila ettari. Il tutto per rispondere ad una norma comunitaria che in altri Paesi europei fissa fasce di rispetto più ridotte. La vicina Slovenia ha, ad esempio, una fascia di due metri, del tutto compatibile con l’agricoltura. I Paesi Bassi, che hanno un’agricoltura molto intensiva su un territorio delicatissimo, hanno due metri. Questo dovrebbe indurre ad un approccio più realistico e semplice rispetto ai problemi ambientali che non si risolvono con norme schizofreniche dettate da qualche burocrate romano.

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