Era il 2003 quando, in occasione dell’opera più chiacchierata, il passante di Mestre, il Veneto si distinse per un protocollo d’intesa sugli espropri che metteva d’accordo tutti: politici, agricoltori e ditte. Dopo appena tre anni quello che tutti consideravano un buon esempio di concertazione tra pubblico e privato fu ulteriormente perfezionato per la realizzazione della “Valdastico Sud”, altra esperienza che lasciò ben pochi casi di insoddisfazione. Con l’avvento della Pedemontana Veneta il protocollo “rivisto ed aggiornato” diventa rivoluzionario, in quanto supera addirittura l’empasse creato da una sentenza costituzionale che da giugno 2011 ha messo in discussione i parametri applicativi degli ultimi 40 anni, giudicandoli illegittimi. Grazie al lavoro di confronto serrato tra tutti i soggetti coinvolti: associazioni di categoria, istituzioni, legali, nonostante l’assenza di provvedimenti legislativi nazionali che indicassero le vie procedurali corrette, in poco tempo si è giunti allo studio di nuovi criteri per bypassare gli effetti della suddetta sentenza. Coldiretti ritiene sia questa la svolta decisiva che esalta il ruolo di ogni singolo coltivatore diretto proprietario e/o affittuario dei fondi lungo la Superstrada Pedemontana Veneta, di 94 km, di cui 43 in trincea, 36 in rilevato, 14 in galleria ed 1 su viadotto. Un’operazione che interessa 7,8 milioni di metri quadrati (3,6 in provincia di Treviso e 4,2 in provincia di Vicenza). Le ditte coinvolte sono 2843 (1377 a Treviso e 1466 a Vicenza), mentre i Comuni attraversati sono in totale 36 (14 a Treviso e 22 a Vicenza). La soluzione, per ora unica in Italia, è applicabile per tutte le infrastrutture venete strategiche e può essere replicata sul territorio italiano interessato da nuovi tracciati di viabilità. Per capire la portata dell’accordo si consideri il caso di un proprietario coltivatore diretto espropriato parzialmente di un fondo coltivato a prato irriguo in provincia di Vicenza. L’indennità di esproprio è superiore del 12% rispetto a quello che avrebbe percepito prima della sentenza di giugno ed è superiore addirittura del 39% rispetto all’indennità che avrebbe percepito dopo la sentenza della Corte Costituzionale in una visione restrittiva della norma stessa. “Far conoscere questa conquista agli amministratori locali ed agli studi tecnici è un vanto per noi di Coldiretti” ha commentato il presidente regionale Giorgio Piazza, in apertura dei lavori del convegno organizzato a Mestre lo scorso 12 gennaio 2012 alla Fondazione Cassa di Risparmio, che ha visto tra i relatori i protagonisti attivi della soluzione operativa: dal dr. Stefano Maria Cerillo per l’Avvocatura dello Stato al dr. Giuseppe Murgida dell’Ufficio Legale di Coldiretti, dall’avv. Furlanis in rappresentanza del Commissario alla riforma settore trasporti all’Assessore alla Mobilità, Renato Chisso, che ha sottolineato lo sforzo e l’impegno della Regione Veneto per individuare un modo equo di risarcimento. “L’esproprio è sempre un trauma – ha concluso l’assessore Renato Chisso - che coinvolge interessi ed aspettative anche personali e per il quale un punto di equilibrio è sempre un compromesso, non un atto “giusto”. Con questa intesa, Regione ed Agricoltura hanno stabilito regole che creano i presupposti per un equilibrio che sia la premessa per una mitigazione ragionata e ragionevole del danno”.
25 Gennaio 2012
L’esperienza veneta, accordo esemplare per gli espropri