Sotto scacco il formaggio Asiago, ma anche tanti altri prodotti tipici del territorio vicentino e veneto. La situazione, presentata lo scorso 18 luglio ad Expo, in occasione dell’assemblea nazionale Coldiretti dedicata al made in Italy sfregiato, rappresenta un quadro pesantissimo: in almeno un Paese su quattro, tra quelli che partecipano ad Expo, sono realizzate e vendute diffusamente fantasiose ed imbarazzanti interpretazioni di piatti e prodotti alimentari falsamente italiani, in sfregio all’identità del made in Italy. La situazione più grave è negli Stati Uniti, dove il 99 per cento dei formaggi di tipo italiano è realizzato in California, Wisconsin e nello Stato di New York. C’è solo il nome, non certo profumo, sapore e qualità, delle nostre specialità casearie più note, dall’Asiago al Provolone, dalla Mozzarella alla Ricotta, dal Pecorino Romano al Grana Padano, fino al Gorgonzola. “Non solo monumenti. Ad essere sfregiato nel mondo – come ha ricordato in assemblea il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo - è anche il made in Italy alimentare, dallo sfruttamento di antipatici stereotipi per fare marketing sulla pelle degli italiani alle maldestre rivisitazioni di antiche ricette, dalla ridicolizzazione di storici processi produttivi ai nomi storpiati, dalla banalizzazione delle denominazioni fino ai piatti tricolore inventati di sana pianta”. L’elenco degli orrori denunciati ed esposti da Coldiretti è molto lungo e comprende il caffè Mafiozzo stile italiano della Bulgaria, il vino bordolino bianco dell’Argentina, la zottarella della Germania, da dove arriva anche la Firenza salami. Ma la confusione regna sovrana anche in Messico, dove si vende un Parma Salami Genova, mentre dalla Romania arriva il barbera bianco, dal Brasile la pomarola, il salame toscana dalla Danimarca, il Chianti bianco della Svezia, dall’Egitto l’italiano pasta e dagli Usa il sugo all’arrabiatta, mentre Prosecco e Parmesan, con tanto di scritta in cirillico, vengono dalla Russia, che proprio ad Expo ha dovuto ritirare dal proprio padiglione alcuni formaggi di produzione nazionale che scimmiottavano palesemente quelli italiani con il marchio Prego “Italian Style” con la scritta “Original Italian Recipe”. Tutto ciò deve farci seriamente riflettere sul valore che ha il nostro lavoro e sulla straordinaria attrattività rappresentata dai nostri prodotti agroalimentari. La tutela del patrimonio agroalimentare all’estero è prioritaria per le Istituzioni che salvaguardano l’identità nazionale, ma anche per recuperare risorse economiche utili al Paese e per tornare a crescere. La contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari fa perdere al vero made in Italy oltre 60 miliardi di euro di fatturato all’estero, che potrebbero generare trecentomila posti di lavoro. In questo contesto è particolarmente significativo il piano per l’export annunciato dal Governo italiano che prevede, per la prima volta, azioni di contrasto all'italian sounding a livello internazionale. L’auspicio, naturalmente, è che non rimanga soltanto un buon proposito, ma si traduca rapidamente in fatti concreti.
24 Luglio 2015
Made in Italy sfregiato ed aziende ko