Grande vittoria per Coldiretti. La vicenda nitrati, dopo tanti anni ed inutili polemiche, sembra essersi definitivamente risolta a favore del mondo agricolo. L’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, infatti, scagiona definitivamente il mondo agricolo ed allevatoriale ed accerta la responsabilità nell'inquinamento delle acque sotterranee di settori diversi e concorrenti dai fanghi di depurazione agli scarichi civili. Un risultato importante e da sempre sostenuto da Coldiretti, un atto dovuto per fare chiarezza su una vicenda che ha visto la nostra categoria ingiustamente accusata, solo sulla base di pregiudizi. L’agricoltura è stata fin da subito additata per il semplice fatto che gli allevamenti e le sostanze impiegate sono da tutti visibili, mentre le altre forme di inquinamento viaggiano spesso ad altri livelli ed arrivano direttamente nelle falde. L’importante risultato è conseguente alla presentazione dei dati di uno studio condotto dall'Ispra sull'applicazione del nuovo modello di analisi isotopico nelle regioni del Bacino del Po, della Pianura veneta e del Friuli Venezia Giulia. Ferma restando la necessità di confermare gli obiettivi e gli strumenti di applicazione della direttiva europea in materia di tutela delle acque dall'inquinamento, dallo studio condotto emerge una rappresentazione diversa da quella storica che assegna alla zootecnia l'unica responsabilità. Il contributo dell'allevamento non risulta, infatti, superiore ad un terzo del totale complessivo dell'inquinamento accertato attraverso un piano di monitoraggio diffuso nelle regioni ad alta vocazione. La revisione delle zone vulnerabili ai nitrati, a questo punto, appare improcrastinabile, al fine di dare concreta applicazione alla nuova Pac. Rispetto alle scelte strategiche di valorizzazione del settore che la nuova riforma della Politica agricola comune richiede, si tratta di affrettare l'istruttoria diretta alla revisione del perimetro delle zone vulnerabili, a tutela delle migliori produzioni made in Italy. Non si può continuare a frenare lo sviluppo delle produzioni agroalimentari, che rappresentano uno dei settori trainanti della nostra economia. Va fatta una seria riflessione istituzionale in merito, poiché la revisione delle zone vulnerabili ai nitrati darà slancio all’economia di settore, quindi consentirà lo sviluppo dei territori ed il rilancio delle imprese attive. Frenare questo volano sarebbe davvero pericoloso, sia per l’economia agricola, sia pure per la stabilità economica di un Paese che da sempre si è retto sul settore primario, punto di riferimento, con le sue eccellenze, a livello internazionale. Lo studio dell’Ispra, quindi, non è soltanto un’analisi di dati, ma una rappresentazione pragmatica della realtà, confutata dai numeri, che ci permette di continuare a lavorare serenamente e senza sentirci ingiustamente accusati. Ciascun settore dovrà farsi carico della propria responsabilità, ma sarebbe irresponsabile continuare a chiedere soltanto alla zootecnia di addossarsi oneri e vincoli che dipendono da attività diverse. L’operazione verità voluta da Coldiretti per salvare salumi e formaggi made in Italy viene finalmente confortata da risultati scientifici per anni richiesti. Va riconosciuta la compattezza del Governo che, attraverso i ministri dell'Agricoltura e dell'Ambiente hanno posto le condizioni per rimuovere i vincoli ingiusti che hanno finora colpito la zootecnia italiana.
25 Febbraio 2015
Nitrati: agricoltori scagionati definitivamente