24 Marzo 2011
Non distruggiamo il territorio con i megaimpianti energetici

La diversificazione del reddito aziendale è certamente una prassi da incentivare, anche quando sia orientata alla produzione di energia attraverso fonti rinnovabili. Attenzione, però, a tenere in debita considerazione la dimensione delle nostre aziende agricole. Servono piccoli impianti che producono energia, non megaimpianti che deturpano il territorio e sottraggono suolo utile per la produzione di materie prime agroalimentari di cui l’Italia non ha neppure l’autosufficienza. Il biogas rappresenta una filiera di fondamentale importanza per le imprese zootecniche, ma appare necessario risolvere i problemi legati alla sostenibilità degli impianti che, avendo ben poco di agricolo e seguendo esclusivamente la logica dell’economia di scala e della massimizzazione del profitto, sfuggono ad ogni regola di pianificazione territoriale e risultano inefficienti sia dal punto di vista energetico che ambientale, invalidando, tra l’altro, gli investimenti che le imprese agricole stanno sostenendo per valorizzare le loro produzioni attraverso una forte identificazione con il territorio d’appartenenza. Coldiretti sostiene le buone pratiche sul riutilizzo delle materie prime rinnovabili per la produzione di energia, ma queste devono riguardare piccoli impianti, tali da consentire alle nostre aziende agricole di medio-piccole dimensioni di diversificare il reddito aziendale portando valore aggiunto. Quanto al fotovoltaico, non possiamo accettare che vengano sottratti i pochi terreni ancora disponibili nel nostro Paese che non garantisce neppure la produzione delle materie prime alimentari alla collettività, tanto più che non vengono utilizzate le vastissime superfici di copertura delle aree produttive, che rappresentano un potenziale di produzione di energia enorme. Rispetto al biogas, invece, l’attenzione di Coldiretti era ed è orientata all’abbattimento della produzione di nitrati. E recuperando energia dai liquami, con un’aggiunta del 10-15 per cento di materia prima nobile è possibile generare elettricità ad un prezzo conveniente, senza provocare squilibri di mercato dovuti ad una richiesta anomala di cereali insilati e terreni in affitto, spostando di fatto la necessità dall’alimentazione al business energetico. Un fatto evidentemente intollerabile dal punto di vista etico e soprattutto dal punto di vista economico per le nostre aziende zootecniche. Tuttavia, Coldiretti non è certo contraria alle energie rinnovabili, ma è convinta sia necessario impiegarle nel rispetto delle tipicità del territorio e, soprattutto, delle dimensioni aziendali del posto. Ben vengano, anzi, i piccoli impianti, sulla scia delle Fattorie del sole. Un secco no, invece, ai megaimpianti, che provocano disequilibri e speculazioni del mercato, stravolgendo anche i posti di lavoro dell’agroalimentare. Non possiamo e non dobbiamo contribuire a distruggere un settore, quello agricolo, che garantisce il sostentamento delle nostre aziende e dona la vita agli uomini.

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