14 Aprile 2014
Ocm Vino: dal 2016 grandi novità

Circa 250 persone hanno riempito lo scorso 20 marzo la sala riunioni delle Cantine dei Colli Berici, dove Coldiretti ha promosso l’incontro, che ha aperto ufficialmente la Fiera di Lonigo, sul tema “Ocm Vino: riforma e futuri scenari”, nel corso del quale è stato esaminato l’impatto che le importanti novità avranno sull’intero settore vitivinicolo. Dopo i saluti di Martino Cerantola, presidente provinciale di Coldiretti Vicenza; Giuseppe Boschetto, sindaco di Lonigo; Gianfranco Sasso, presidente della Cassa rurale ed artigiana di Brendola e di Pietro Zambon, presidente delle Cantine dei Colli Berici, sono entrati nel vivo della riforma del Mercato vitivinicolo Domenico Bosco, responsabile settore Vitivinicolo Coldiretti, sul tema “Il vino nella riforma Pac. Dai diritti al nuovo sistema delle autorizzazioni” e Giuseppe Cattarin, responsabile settore Vitivinicolo Regione Veneto, che ha proposto uno spaccato su “La nuova Ocm, quale impatto sulla filiera vitivinicola veneta”. Il presidente Martino Cerantola ha evidenziato l’importante ruolo di Coldiretti nel far sedere attorno ad una tavolo tutte le cooperative vicentine del settore: “operando uniti possiamo affrontare le novità in modo più attento ed avanzare richieste di correzioni laddove lo ritenessimo necessario per il lavoro delle nostre aziende”. Tra i maggiori timori evidenziati da Domenico Bosco, il pericolo di un appesantimento degli adempimenti per le aziende: “da gennaio 2016 cesseranno di esistere i diritti di reimpianto, quindi il sistema delle quote, a favore delle autorizzazioni. Una rivoluzione pensata per regolamentare la crescita delle aziende, ma con le attuali premesse rischia di determinare una situazione ancor peggiore del passato, a causa della sua complessità ed ai danni delle aziende più dinamiche”. Il presidente regionale Coldiretti, Giorgio Piazza ha concluso: “già tre anni fa Coldiretti ha chiesto a gran voce un Testo unico di settore per fare chiarezza e semplificare le norme, ma si torna periodicamente a parlarne senza esito. All’attuale passaggio drastico dal sistema delle quote a quello delle autorizzazioni, Coldiretti avrebbe preferito un intervento dilazionato, anche perché si sta già verificando una situazione speculatoria sulle quote, che può essere risolta soltanto sbloccando il divieto di circolazione dei diritti tra diverse regioni. Tale autorizzazione consentirebbe di calmierare i prezzi e riequilibrare il mercato in questo periodo transitorio”.

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