Oltre 1000 persone, 580 delle quali hanno preso parte al pranzo associativo, 300 macchine agricole e più di 150 cesti con prodotti del territorio berico e padovano che, al termine dell’evento, sono stati donati a famiglie bisognose della zona. Sono questi i numeri dell’edizione 2015 della Giornata del Ringraziamento svoltasi domenica 8 novembre ad Asiago alla presenza dei sindaci del territorio, parlamentari e rappresentanti delle Categorie economiche e produttive. Nel corso della santa messa concelebrata dall’arciprete di Asiago mons. Roberto Bonomo e dal consigliere ecclesiastico Coldiretti don Elia Lunardi è stato posto l’accento sui temi trattati dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace nel documento elaborato per la 65a Giornata del Ringraziamento, intitolato: “Il suolo, bene comune”. Tuttavia, è stato forte il richiamo ai caduti della Grande Guerra a cento anni di distanza dal terribile conflitto bellico. È stata questa commemorazione, infatti, la ragione per cui padovani e vicentini hanno deciso di celebrare uniti questa Giornata del Ringraziamento, speciale per l’Agricoltura, ma al contempo per ciascun cittadino. Il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, introduce la celebrazione del Ringraziamento con un passo dell’Enciclica pontificia Ludato Si’: “Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? Questa domanda non riguarda solo l’ambiente in modo isolato, perché non si può porre la questione in maniera parziale. Quando ci interroghiamo circa il mondo che vogliamo lasciare ci riferiamo soprattutto al suo orientamento generale, al suo senso, ai suoi valori. Se non pulsa in essi questa domanda di fondo, non credo che le nostre preoccupazioni ecologiche possano ottenere effetti importanti. C’è in gioco la dignità di noi stessi. Siamo noi i primi interessati a trasmettere un pianeta abitabile per l’umanità che verrà dopo di noi. È un dramma per noi stessi, perché ciò chiama in causa il significato del nostro passaggio su questa terra”. Parole che devono far riflettere, specie dopo la recente esperienza, conclusasi da pochi giorni, all’Expo di Milano, e sulle quali è tornato convintamente anche il consigliere ecclesiastico don Elia Lunardi: “siamo in attesa che la politica globale non sia più schiava del potere economico, ma sappia disciplinarlo con giustizia distributiva e remunerativa”. Il Santo Padre fa riflettere a 360 gradi e le sue parole rappresentano chiaramente la situazione che ciascun agricoltore ed allevatore sta vivendo oggi. “Quelle del Pontefice sembrano parole scritte su misura per noi di Coldiretti. Concetti che esprimono fino in fondo la nostra passione ed amore per la terra – aggiunge il presidente Cerantola – la dedizione che ci porta a realizzare frutti di qualità per tutti i cittadini ed il nostro orientamento per il domani, per quello che sarà per i nostri figli. Ma così non si può andare avanti, non c’è futuro senza trasparenza e regole certe”. Le sfide che Coldiretti si appresta ad affrontare, dentro e fuori l’Organizzazione, sono incalzanti ed improcrastinabili, sottolinea il direttore Roberto Palù: “dobbiamo essere pronti a rimetterci in discussione, ripensare il nostro modo di lavorare e di rapportartci con le persone, instaurando un rapporto che si costruisce nella quotidianità, spesso non stando dietro alla scrivania, ma sul campo, sporcandosi le mani. Come diceva don Lorenzo Milani: a che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca. Ripetiamoci tutti queste parole, non solo chi ha responsabilità istituzionali, per crescere e garantire il nostro tessuto di aziende e di valori”. Ed il presidente Cerantola conclude: “non dimentichiamo il passaggio dell’Enciclica pontificia sulla dignità, un diritto che a nessuno dovrebbe essere negato, in primis a chi lavora e produce cibo. La dignità del lavoro, dunque, ma anche delle produzioni. Esorto tutti, istituzioni in particolare, a spendersi affinché la dignità sia garantita e le nostre aziende non sopravvivano, ma possano continuare a dare vita e lavoro”.
2 Dicembre 2015
Oltre 1000 persone al Ringraziamento