8 Aprile 2020
PASQUA 2020, UN AUGURIO E UNA RIFLESSIONE

Caro Amico,

quest'anno la Santa Pasqua sarà molto diversa dal solito, condizionata dalla necessità di far fronte con tutti i mezzi a questa straordinaria emergenza sanitaria che sta condizionando la nostra vita e le nostre attività.

Tuttavia vogliamo vivere con intensità e consapevolezza questi giorni che ci portano nel cuore della Settimana Santa e culmineranno con l'annuncio della Resurrezione. Uno spunto di riflessione ci viene dal nostro consigliere ecclesiastico don Giorgio Bozza, che ringraziamo per l'attenzione che sempre riserva alla nostra Organizzazione. Le sue parole ci aiutano a vivere in pienezza questa Pasqua 2020 che ricorderemo a lungo.

A tutti Voi  e ai Vostri cari giungano i più sentiti e solidali Auguri di Buona Pasqua da parte di tutta Coldiretti Padova

Il Presidente Massimo Bressan                                                                                  Il Direttore Giovanni Roncalli

Una Pasqua diversa

Don Giorgio Bozza, Consigliere Ecclesiastico Coldiretti Padova

 

È la prima volta che “non” posso celebrare la Pasqua – e tutti i riti della Settimana Santa – in parrocchia, raccogliendoci tutti insieme come comunità di credenti. Penso, però, che sarà la prima volta anche per molti di voi.

Ho messo tra virgolette il “non” perché non è del tutto vero che non possiamo celebrare il momento più importante della nostra fede: noi crediamo alla comunione dei santi, alla comunità celeste, allo Spirito che ci lega gli uni agli altri, anche se chiusi dentro le nostre case.

Le relazioni più intime, se vere, se vissute in Cristo, diventano «tempio dello Spirito» (1Cor 6,19).  Accade già, ogni giorno, nella cura del cibo, nella cura del corpo, nella malattia, nell’amore… ma ora tutto questo deve essere celebrato in memoria della Pasqua di Gesù.Mai come in questo periodo, lo spazio della nostra abitazione è chiamato a diventare il luogo del culto spirituale, una chiesa domestica, dove «offrire i vostri corpi» (Rm 12,1), come dice Paolo.

Ogni famiglia deve inventarsi uno spazio con dei segni che richiamino la fede: un cero, un crocifisso, una tovaglia particolare che viene messa sulla tavola nei momenti celebrativi, un disegno, una canzone, una poesia, un dolce fatto insieme…

Tutto questo poi potrebbe rimanere come un’esperienza che si può sempre ripetere: possiamo celebrare la fede nelle case, nella vita quotidiana, in ogni giorno.

E chi è solo? Chi nella casa vive isolato? Certo, sarebbe bello se le nostre case, nel piccolo, si aprissero per momenti di preghiera condivisi. Accade già: qualcuno va dall’amica vicina a recitare il rosario… ora non potrebbe anche celebrare la Pasqua? E se si rimane soli si celebra lo stesso, perché «il Padre vede nel segreto» (Mt 6,6) della tua stanza e ascolta le tue preghiere forse ancora di più perché segrete!

Ma allora che suggerimenti potremmo dare per celebrare il Triduo pasquale nelle case?

Qui provo solo a dare qualche spunto minimo:

Giovedì Santo, 9 aprile

Giovanni, nel suo Vangelo (13,1-15), non riporta l’ultima cena, ma la lavanda dei piedi. Potrebbe essere questo un rito che in casa ogni componente può ripetere l’un l’altro, per ricordare che l’eucaristia è celebrata quando ci mettiamo a servizio gli uni degli altri.

Poi si potrebbero rileggere i testi che istituiscono il memoriale (dal libro dell’Esodo 12,1-14, dalla prima lettera di Paolo ai Corinzi 11,23-26). Non possiamo celebrare l’Eucaristia in casa, ma spezzare un pane e condividerlo, recitando lentamente il Padre nostro, può rimandare al senso di quello che ogni domenica viviamo con tutti i credenti.

Venerdì Santo, 10 aprile

Al centro del Venerdì Santo ci sono la croce di Gesù e il racconto della sua morte. Diventa importante scegliere una croce da mettere al centro, che sia quella che poi ogni volta ci invita a pregare. Davanti alla croce, potrebbero essere celebrati tre momenti: il racconto della Passione e morte del Signore (Mc 15,1-47); il bacio alla croce (che diventa intimo, familiare, passando il crocifisso di mano in mano); e una preghiera spontanea aperta al mondo, perché la croce ci raccoglie tutti (e in questi momenti con particolare riferimento a chi soffre per il contagio e a chi opera per la cura dei malati).

Sabato Santo, 11 aprile

Questo è un giorno particolare dove regnano il silenzio e l’assenza di celebrazioni. Abbiamo vissuto tutta la Quaresima come un lungo Sabato Santo di silenzio e senza riti. Allora questo giorno potrebbe essere consacrato al silenzio. Si pongono i segni (una candela spenta, un crocifisso coperto, una tavola spoglia…), ma sono segni dell’assenza.

Vivere la mancanza come grembo del desiderio, come tempo nel quale prepararsi all’incontro. In casa si potrebbe preparare tutto quello che poi, nel giorno successivo, diventerà motivo di festa: il cibo, i fiori, un disegno, una canzone, una poesia…

Domenica di Pasqua, 12 aprile

La domenica di Pasqua la si vive come ogni domenica senza la celebrazione della messa in chiesa. Una celebrazione della Parola (Gv 20,1-9, oppure Lc 24,13-35) che si conclude con una festa, un pranzo condiviso, un momento di gioia.

Senza dimenticare chi è solo: si potrebbe decidere di telefonare ad amici e parenti, a chi sappiamo essere solo, per uno scambio di auguri, per dare una parola di vicinanza e di speranza. Lo dobbiamo fare spesso, ma forse ancor più in un giorno come questo. Sono solo suggerimenti di gesti minimi, ma offrono l’occasione per iscrivere la fede e la sua celebrazione nella vita quotidiana, tra le mura di casa.

Ora, un Triduo strano come questo va preparato. «Dove vuoi che prepariamo per celebrare la Pasqua?» (Mt 26,17) chiedono i discepoli a Gesù. Scopriamo anche questo: non si celebra la Pasqua se non la prepariamo. Non è come andare al cinema che basta recarsi nelle sale, pagare un biglietto e poi assistere.

La Pasqua non la si assiste, la si celebra e quindi ci si prepara, forse questa volta come mai prima.

Buona pasqua!

Che il Signore risorga dentro i nostri cuori, dentro le nostre case, le nostre aziende, dentro questo mondo che, mai come oggi, attende con trepidazione che il Cristo Risorto lo prenda per mano e lo trascini fuori da questa tempesta. Don Giorgio Bozza.

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