Il precedente governo aveva “promesso” che entro giugno 2016 avrebbe approvato i decreti attuativi riguardanti la revisione delle macchine agricole, in particolare l’elenco delle officine autorizzate e dei punti di controllo per la sicurezza ed il rispetto del codice della strada. Ad oggi, di questi decreti nessuna traccia, a sette mesi dalla prima scadenza prevista. Molti associati si chiedono il perché della revisione delle macchine agricole: le risposte sono molte. Va ricordato che la revisione era prevista dal nuovo codice della strada del 1992, che rimandava ad appositi decreti attuativi, che ancora mancano. Inoltre, la revisione “dovrebbe” ridurre il numero di incidenti mortali in agricoltura, perché viene verificato l’adeguamento alle linee guida sulla sicurezza (prevenzione attiva). Dicevamo che la revisione “dovrebbe” ridurre gli incidenti mortali. Probabilmente è vero, ma durante i corsi per i patentini per agromezzi è emersa una realtà che sfugge alle statistiche. Solo una minoranza degli incidenti (2025%) è coperta da assicurazione contro gli infortuni sul lavoro Inail, quindi riferita ad agricoltori professionali. Gli altri incidenti, spesso mortali, riguardano agricoltori “parttime”, che lavorano la terra in maniera occasionale, ed i cosiddetti agricoltori della “domenica”, cittadini senza Partita Iva, che il trattore non potrebbero nemmeno intestarselo. Per immatricolare a proprio nome una macchina agricola, infatti, bisogna possedere una Partita Iva, con codici Ateco specifici per l’agricoltura. Molti incauti possessori hanno cessato la Partita Iva subito dopo l’immatricolazione, per svariati motivi, si spera ragionati. La normativa fiscale, però, è chiara: se un agricoltore decide di cessare la Partita Iva ha trenta giorni di tempo per vendere il trattore e tutte le attrezzature acquistate con fattura. Ricordiamo, inoltre, che queste macchine agricole non più collegate ad un’attività Iva, anche se regolarmente targate, non possono circolare su strada ed in caso di danni a terzi l’assicuratore può elevare eccezioni, arrivando alla rivalsa.
Revisione polivalente. Può sembrare semplice ironia, ma al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti non sanno esattamente quante macchine agricole sono da revisionare. Il motivo è semplice: le macchine agricole non pagano la tassa di proprietà e non sono iscritte ai pubblici registri. Quanti sono i trattori, le mietitrebbie o i rimorchi “fantasma” che ufficialmente sono ancora immatricolati ed in uso (magari solo sui libretti Uma per ottenere gasolio agevolato), ma che di fatto non esistono più? Anche applicando una stima prudente, analizzando le macchine caricate nei fascicoli CAA, stimiamo ce ne siano circa 500.000 da revisionare entro fine 2017, obiettivo che appare quanto meno irraggiungibile, mancando sette mesi. Il decreto del 20 maggio 2015 fissa limiti di scadenza precisi.
Per i trattori immatricolati fino al 1973 la revisione va effettuata entro il 31/12/2017
Per i trattori immatricolati fra il 1974 ed il 1990 la revisione va effettuata entro il 31/12/2018
Per i trattori immatricolati fra il 1991 ed il 2011 la revisione va effettuata entro il 31/12/2020
Per i trattori immatricolati fra il 2012 ed il 2015 la revisione va effettuata entro il 31/12/20121
Per i trattori immatricolati dal 1 gennaio 2016 la revisione va effettuata entro cinque anni
Per le macchine operatrice e rimorchi la revisione va effettuata a partire dal 2018.
10 Aprile 2017
Revisione macchine agricole, proroga indispensabile